SUL "MIRABILE SEGNO"
"Il mirabile segno del
presepe, così caro al popolo cristiano, suscita sempre stupore e meraviglia". Comincia così la stupenda lettera
apostolica Admirabile
signum, firmata dal Papa durante la sua visita
a Greccio nel luogo dove San Francesco realizzò la prima rappresentazione del
Natale. Il papa parla ampiamente e teneramente di questo evento. Nel luogo
c'era la greppia, la paglia, gli animali; i pastori erano la folla, che giungeva attratta dalla
luce che si diffondeva dalla collina. Francesco contemplava estatico Gesù che,
al momento della consacrazione, gli appariva Bambino nella greppia. A Greccio il santo lancia il richiamo al valore spirituale del Presepe; da
quello di Francesco nascerà la tradizione della nuda semplicità della Natività. Ne
nascerà una
tradizione popolare e ne verranno altre come quella più tarda del caratteristico Presepe
napoletano e di altri presepi che pongono la Natività nella vita dell'epoca con i disagi e le sofferenze di tanti
bambini in ogni tempo e in ogni parte del mondo. Gesù a Betlermme
nasce sulla strada
e come direbbe papa Francesco "in uscita" nella vita di ogni giorno con le sue
sofferenze e le quotidianità umane
Anche nelle nostre valli, suggestivi affreschi
ricordano il "dies natalis Christi" festa iniziata clandestinamente prima dell'editto
di Costantino sino a diventare nel 353 festa di precetto. La cappella di San
Sebastiano a Marmora con i dipinti di Giovanni Baleison,
presenta, sotto la
capanna di giunchi, Maria in adorazione del suo Bimbo, mentre
Giuseppe è impegnato a preparare il tradizionale brodo di pollo per la
puerpera: appeso al gancio il mestolo, la pentola sopra il fuoco e l'attenzione vigile di Giuseppe al
cibo delizioso per Maria. Nell'opera compare un'altra donna accanto a Maria: è
l'ostetrica che secondo l'interpretazione degli apocrifi avrebbe assistito il
piccolo e la puerpera; in alto ecco l'Angelo che manifesta ai pastori "Vi annuncio
una grande gioia..." Altra opera dal
tocco già rinascimentale è quella suggestiva della parrocchiale di Elva di Hans
Clemer, e poi quella della cappella di San
Pietro di Macra dei Biazaci, opere bellissima che il tempo e gli
eventi hanno degradato. Altra
meraviglia è la stupenda natività a di San Peyre di
Stroppo e quella di Sampeyre in Val Varaita e poi... altre ancora. Senza contare
la grande quantità di presepi meccanici o viventi che hanno costituito
l'attrattiva turistica dei giorni
seguenti il Natale; presepi che, mentre esaltano nella grotta la piccola
Famiglia, si popolano di umanità:
dal pastore al fabbro dal fornaio ai musicisti al calzolaio al pasticcere ai
bambini che giocano " Questa immaginazione -dice Papa Francesco- intende
esprimere che, in questo nuovo mondo inaugurato da Gesù c'è spazio per tutto
ciò che è umano per ogni creatura; è
la santità quotidiana la gioia di fare in modo straordinario le cose di
tutti i giorni, mentre Gesù condivide con noi la sua vita divina"...
Intanto con la festa dell'
Epifania - fanno il loro ingresso nel Presepe le figure dei Magi che vengono ad adorare il Re che è nato
e lo manifestano al mondo. Franco
Cardini nel libro
"I re Magi. Storie e leggende" tratta ampiamente di queste figure che seguendo la stella giungono
dall'Oriente. Ma chi sono i Magi? Sono astrologi, babilonesi studiosi delle
stelle ; "essi, interessati alle
attese messianiche degli ebrei durante il loro esilio in Babilonia ai
tempi di Nabucodonosor, avrebbero tradotto i contenuti dei testi secondo le
loro teorie sul rapporto tra il corso degli astri e quello della storia umana" Essi
partirono quando apparve nel cielo il segno, la stella - un fenomeno celeste
che secondo gli studiosi potrebbe essere
una nova o una supernova - un segno che in Mesopotamia stabiliva la
nascita di personaggi illustri e re divinizzati. Ma la stella - per S.Girolamo - è una stella angelo che appare ai semplici del popolo d'Israele. Dio ai
sapienti, esperti di astri ma pagani, avrebbe inviato lo stesso messaggero, ma l'avrebbe inviato in una forma che
essi erano capaci di accogliere e comprendere: la stella appunto. Ma chi erano
in realtà i magi? Non si tratta di re il termine persiano magu, in latino magnus designa un personaggio
caratterizzato da funzioni sacerdotali nell'ambito mazdaico: i magi sarebbero
forse i primi seguaci di Zarathushtra.
Questi personaggi dotti e sapienti vengono
a confermare in Gesù la regalità, alla grandezza della sua figura, offrono doni significativi di
sapienza.
Certo Gesù è il Signore, ma un re, che diversamente da ogni altro, nasce
nella povertà nell'umiltà di una
grotta di pastori e vive, da subito, la situazione
dell'indigente del perseguitato del
profugo come oggi tanti bambini dalla Siria dalla Libia dalla Nigeria....dove il
furore di nuovi Erodi uccide innocenti solo perché cristiani. Cristo è Re, ma vive in ogni bambino che soffre da profugo da
perseguitato, da disprezzato, da rifiutato. e che, come la piccola famiglia di Gesù, fugge. Magari su un barcone