SANTI
DEL POPOLO. SANT'EUSEBIO
La romanica cappella di
Sant'Eusebio di Casteldelfino, antica parrocchia del primitivo centro Villa
Sancti Eusebii del sec X, da sempre in rovina, in questi anni è tornata a vivere.
La bella chiesetta con campanile a vela e portale ad arco architravato sorretto
da telamone, incantevole componente del bel paesaggio alpino a ridosso del
monte, era segnata sin dal Medioevo da grosse crepe. Nel 1391, infatti, il
sovrastante picco della Guglietta sgretolatosi improvvisamente franò e ostruì
il corso del Varaita che tracimò e distrusse il Borgo; solo la chiesa, sebbene
danneggiata, fu risparmiata. Il paese, Casteldelfino, capitale della
Castellata, venne ricostruito sui piani dove sorge attualmente intorno alla
nuova parrocchiale di Santa Margherita.
Rimasta, testimone ferita delle
origini, la cappella, negli anni Ottanta, venne fatta puntellare dalla
Soprintendenza ai Beni ambientali e architettonici finchè, nel 2000, la
comunità Montana Valle Varaita e la Parrocchia ne programmarono il recupero.
Realizzato negli anni seguenti sotto la direzione dell'rch. Paolo Fissore, il
monumento fu destinato a centro museale di documentazione della religiosità
popolare nell'lta valle Varaita.
Quest'anno la comunità Montana ha
organizzato, alla ricerca delle radici della cultura locale e in collaborazione
con i Comuni, un'interessante iniziativa: I Santi del Popolo aperta a
Casteldelfino, nella cappella, il 2 agosto con il convegno: I santi del
popolo. Secolarizzazione e ricerca delle antiche tradizioni religiose
abbinata alla mostra dei santi più noti, belle icone su pannello, ospitata
nella cappella e aperta sino al 31 agosto.
Il
convegno è stato un evento commovente, celebrato nella chiesetta risanata e
alla ricorrenza della festa di Sant'Eusebio fondatore e patrono della chiesa
del Piemonte cui la nostra regione deve tanta parte della propria cultura e
fede cristiana.
Eusebio fu vescovo della prima diocesi piemontese di
Vercelli nel 345, e consacrò i primi vescovi delle altre più importanti diocesi
del Piemonte. Egli diffuse la fede nel mondo rurale ed estese la sua influenza
a tutta l'Italia settentrionale e anche, forse attraverso Torino, diocesi cui
apparteneva il nostro territorio, al saluzzese dove si trovano chiese dedicate
al santo: da Casteldelfino, all'ntica parrocchiale di Melle, a Costigliole
Saluzzo, nella via S.Eusebio ora via Ceretto,l'ntica parrocchiale (trasformata nel 600 e oggi casa colonica)sino a Saluzzo col monastero benedettino di
S.Eusebio a Colombaro dei Rossi.
Eusebio diffuse e propagò del vercellese, centro dei
culti alla dea Iside, la venerazione a Maria tanto che la tradizione lo pose
all'origine dei Sacri Monti. Condannato ad un duro esilio dall'imperatore per
la sua lotta antiariana, seppe sostenere i fedeli con delle lettere (355-360)
che ci hanno trasmesso molte notizie del tempo e della situazione del
territorio. Morto dopo il ritorno a Vercelli nel 371, le sue spoglie riposano nel
Duomo della città. Un santo del IV secolo, sicuramente storico.
Nell'mpia rassegna di contenuti tematici del Convegno,
presentate da personalità notevoli (il prof. Piercarlo Grimaldi antropologo, il
Prof. Sergio Ottonelli etnologo, il Prof. Silvio Crudo sociologo, suor Teresita
Piovanello delle Figlie della carità di S.Vincenzo de Paoli e il Prof. Don
Claudio Margaria parroco ) è stato analizzato ampiamente il fenomeno della
nostra società che, pur secolarizzata, sente il fascino e il bisogno del ritorno
alla tradizione delle feste popolari religiose. Un ritorno al santo, un
protagonista cui alcuni guardano come ad un superman, un taumaturgo che
si onora con manifestazioni esteriori, nella richiesta di grazie e favori; per
altri il mitico protagonista di una cultura locale ricca di folklore, fondata
su credenze popolari arcaiche, superstizioni, magia ancorata a radici pagane,
un simbolo di sapore panteista creato dalla paura e dalla necessità. La chiesa,
si dice, avrebbe trasformato gli dei pagani con i nuovi eroi raccontati dalla
letteratura cristiana. Concezioni entrambe riduttive e mistificanti.
Ma chi è il santo?
Salvo rari casi leggendari,
i santi sono figure reali, ricche di connotazioni storiche, come abbiamo visto
per Sant'Eusebio. L'origine del culto
ai santi risale al primitivo cristianesimo, al culto dei martiri. I primi
cristiani veneravano il martire che, come Cristo, aveva dato la vita. I
cristiani ne raccoglievano il sangue e le reliquie, tutti volevano essere
sepolti accanto alla sua sepoltura nelle catacombe per averne l'intercessione,
sino ad elevare basilichette sotterranee, i Martyria, che poi, conla libertà, si trasformeranno nelle
basiliche del sopraterra. Al termine delle persecuzioni i santidivennero eremiti, essisacrificavano la vita nella penitenza,
peraprirsi poi alla carità e alle
opere.
I santi non sono protagonisti della tradizione popolare,
dell'arte, di agiografie fantasiose, ma fanno parte della storia, figure che,
comè stato detto bene da suor Teresita, hanno fatto la storia con le loro
opere di caritàper costruire una
società migliore. La realtà del santo riconosce infatti dalla vita e dalle
opere. Sono stati portati esempi lontani e altri famosi vicino a noi:
S.Vincenzo de Paoli, Don Bosco, Cottolengo, Madre Teresa La vita di queste
persone è stata la realizzazione della parola di Gesù (Mt. 25.) Avevo fame,
ero ammalato, ero forestiero, ero carcerato.mi avete aiutato.
Il popolo cristiano autentico con il suo sensus
fidei ha raccolto quest'eredità, ha guardato il santo come un cristiano
riuscito per imitarlo nella fede e, come i primi cristiani lo ha onorato, ne
ha rappresentato l'immagine in cappelle dipinti, piloni, per sentirlo più
vicino a se, intercessore, aiuto e compagno di viaggio nel quotidiano, spesso
faticoso cammino verso leternità.
Bibliografia:
E. DAO La Chiesa nel
Saluzzese,Saluzzo 1965
L..ANTONIOLETTI, La
parrocchia di Costigliole Saluzzo nel sec XV, Bollettino.S.S.S.A.P.C.n.94,
1986
S.OTTONELLI,Guida alla Valvaraita , Bra 1979
F.DOVO,- Salvare
S.Eusebio, Corriere di Saluzzo 8.9.2000