MARIA MADRE DELLA CHIESA, NELL'ARTE
Il mese di
maggio dedicato affettuosamente alle mamme è soprattutto il mese dedicato
tradizionalmente alla Mamma di Gesù, Maria la Madre di tutta l'umanità. Maria è
protagonista nell'opera d'arte sin dal sec. II-III e in tutte le latitudini,
persino in quella mussulmana.
Invocata con
le più belle preghiere che rimandano ad altrettante iconografie vogliamo
soffermarci su una di queste in un dipinto
murale dove Maria appare Madre della Chiesa.
L'invocazione Maria Madre della Chiesa è entrata nella preghiera
pubblica quando Paolo VI nel 1964 al termine della terza sessione del Concilio
Ecumenico Vaticano II, la proclamò con
queste significative parole: "A gloria della Vergine e a nostro
conforto, noi proclamiamo Maria SS. Madre della Chiesa, in altre parole di
tutto il popolo di Dio.
Resta indelebile nella mia memoria, dice Benedetto XVI, il momento
in cui, sentendo le sue parole: Dichiariamo Maria Santissima Madre della Chiesa",
spontaneamente i Padri si alzarono di scatto dalle loro sedie e applaudirono in
piedi, rendendo omaggio alla Madre di Dio, a nostra Madre, alla Madre della
Chiesa. Una realtà che era implicita nella fede dei credenti e che il Papa
ha voluto proclamare solennemente.
Il dipinto di cui trattiamo rappresenta
- quattro o cinque secoli prima della proclamazione papale - l'iconografia
della Madre della Chiesa.
L'opera si trova nell'abside nella cappella di S.Stefano a
Busca, un ciclo pittorico ricchissimo di spunti iconografici, attribuito
ai fratelli Biazaci di Busca, che l'avrebbero realizzato, secondo la
moderna critica, alla fine del sec XIV. La cappella di S.Stefano,
dedicata al primo martire cristiano degli anni 35-37 d.C, cioè della Chiesa
primitiva, fu eretta alla fine del primo millennio inizio secondo, nel
territorio del castello marchionale diventando parrocchia del villaggio circostante.
La chiesa
venne costruita inglobando un sacello cristiano preesistente forse risalente,
ai primi secoli cristiani di Busca. Il tema dipinto dai Biazaci è, secondo
un'ipotesi di Perotti, la ripresa di un dipinto precedente che, rovinato nei
secoli, è stato recuperato e aggiornato dai Biazaci. L'abside è dipinta in due registri sovrapposti: nel catino
absidale il tema altomedievale del Cristo in mandorla iridata simbolo della
divinità, è circondato dai simboli degli Evangelisti, con i cartigli. E' il tema del Tetramorfo che costituiva la
catechesi visualizzata delle origini. Al di sotto quattro scene narrano la
storia e la lapidazione di S.Stefano. I fatti sono narrati dagli Atti degli
Apostoli ai cap. 6,7 e nel racconto della Legenda Aurea di Jacopo da Varagine.
Nel dipinto, il racconto della vita di Stefano simboleggia la Chiesa primitiva,
quella di Gerusalemme.
Al centro
dell'abside un riquadro posto tra le quattro scene, presenta la figura di Maria
con il tipico manto blu scuro simbolo del divino e l'abito rosso simbolo
dell'umano. E' seduta su un trono goticheggiante nell'atteggiamento delle Theotòkos
della prima ora e tiene sulle ginocchia il Bambino con le caratteristiche
iconografiche della divinità: il libro, è il libro chiuso
dell'Apocalisse che solo l'Agnelloimmolato ma vivente può aprire. Il
Bimbo ha il nimbo crociato intorno al capo, simbolo per eccellenza di Cristo
Signore.
In questo dipinto Maria ha una caratteristica
singolare, non stringe in braccio il Bambino, il piccolo Gesù se ne sta seduto sulle
sue ginocchia autonomamente e tiene il Libro aperto davanti a sè.
Maria col volto estatico e le mani unite in preghiera, contempla e adora il Figlio divino, Agnello immolato
In questo
dipinto che le lotte di religione avevano alterato gravemente e che l'abile
restauro dei Rosellini voluto dal Comune nel 1998, ha restituito alla lettura,
Maria al centro della prima Chiesa di Gerusalemme è la Madre della Chiesa che
contempla il Figlio e annuncia il Signore risorto, rappresentato in gloria nel
catino absidale.
E' l'immagine
della Vergine in ascolto, che vive nella Parola di Dio, che serba nel suo cuore
le Sue parole. L'immagine ci rimanda alla grande Credente che, piena di
fiducia, si mette nelle mani di Dio, abbandonandosi alla Sua volontà; ci
rimanda all'umile Madre che, quando la missione del Figlio lo esige, si fa da
parte e, al contempo, alla donna coraggiosa che, mentre i discepoli si danno
alla fuga, sta sotto la Croce. (Benedetto XVI 2006).
Maria è
così intrecciata nel grande mistero della Chiesa; lei e la Chiesa sono inseparabili,
come sono inseparabili lei e Cristo. Maria rispecchia la Chiesa, la anticipa
nella sua persona, in tutte le sofferenze che l'affliggono, Lei che, perfetta
credente, viveva di fede come noi, e ha creduto, anche quando l'oscurità era
lacerante