Madonna già di Palazzo Bianco, Genova Museo
S.Agostino
LITANIE MARIANE NELL'ARTE DEI FRATELLI BIAZACI
I dipinti su tema
mariano sono numerosi, visitiamo qui le opere nelle quali i fratelli Tommaso e Matteo Biazaci di
Busca pittori piemontesi del sec XV , che hanno rappresentato Maria esprimendo, una corrispondenza di
significato con le popolari preghiere litaniche.
Le litanie sono suppliche brevi rapidissime, che dalla prima
metà del sec. XVI si cantavano nella Santa Casa di Loreto. Esse sono atto di
fede, lode schietta, supplica accorata, riconoscimento commosso della santità di Maria; nel loro contenuto essenziale sono già attestate in un manoscritto della
fine del sec. XII, si diffusero poi nella Chiesa latina sino a diventare
una delle preghiere più popolari alla Madonna. Le litanie lauretane sono state magistralmente raffigurate
nel XVIII dagli incisori tedeschi Klauber che realizzarono 51 tavole,
ognuna delle quali fa riferimento ad un'invocazione mariana.
Numerose sono le raffigurazioni di Maria dipinte dai Biazaci nello tempo
della Devotio moderna quattrocentesca, in esse i pittori sembrano
soffermarsi in tenera contemplazione della bellezza della Madre di Gesù con la gioia di Annunciata della Cappella di
S.Stefano di Busca
rappresentarne affettuosamente
la sacralità, ma cogliendone, insieme, il lato più umanizzato ed esprimendo,
con Annunciazione S. Stefano di
Busca
suggestiva variabilità, l'intera
gamma delle espressioni di amore e dei sentimenti umani popolari, delle
litanie. Ave Maria: nelle Annunciazioni Maria è raffigurata in una bellezza soave mentre accoglie
l'arcangelo Gabriele e la
Colomba dello Spirito Santo in un'affascinante silenziosa
compostezza; così la vediamo nella cappella di S.Stefano a Busca (Cn), realizzata nel
caldo ma pacato colore mediterraneo: la risposta all'angelo emerge dal
silenzio, le mani incrociate nell'atteggiamento dell'accoglienza dello Spirito
Santo, la colomba col nimbo crociato; così appare anche a Casteldelfino, nell'Oratorio di S.Croce e
S.Bernardino a Diano Castello. Santa Maria: nella cappella di S.Martino di Busca, un
ciclo purtroppo degradato da interventi
inadeguati, mostra al centro dei santi absidali, Maria sormontata da questa
invocazione: Santa Maria, in un'immagine iconograficamente molto diffusa.
Nell' accezione di Madre di Dio, Maria è rappresentata più
volte. Nella cappella di S.Stefano a Busca l'immagine assume
significati profondi: vestita con il tipico manto blu scuro simbolo del divino
e l'abito rosso simbolo dell'umanità, Maria è assisa su un trono di stile
goticheggiante, nell'atteggiamento delle Theotòkos della prima ora;
l'espressione è estatica, adora il Figlio Bambino seduto sulle sue ginocchia e
raffigurato con i simboli della divinità: tra le sue mani il Libro (che solo
l'Agnello poteva aprire Ap.5) e il nimbo crociato sul capo. Maria, inserita nel
racconto del primo martire, è qui simbolo della primitiva Chiesa assumendo così anche la connotazione di Madre
della Chiesa. Attribuzioni iconografiche analoghe le percepiamo nella Madonna
dell'Ospizio della Trinità a Valgrana
Nel
ciclo di S.Orsola con le compagne in S.Giovanni a Caraglio (Cn),
si possono
evocare le litanie Santa Vergine delle vergini e
Regina di tutti i santi La cappella infatti è dedicata alla figura di S.Orsola e delle leggendarie 11.000 vergini martirizzate con lei. La
parete di fondo è occupata dalla figura di Maria col Bimbo tra angeli, santi e
vergini raffigurate nelle pareti circostanti: da S.Domenico a S.Caterina, da
S.Francesco alla Maddalena.
I
cicli natalizi, di Sampeyre e S.Sebastiano a Marmora, S.Pietro Macra
rendono con efficacia la sollecitudine
di Giuseppe sposo di Maria nella circostanza precaria della nascita di Gesù e
rimandano alle invocazioni Santa sposa del giusto Giuseppe e Madre di
Cristo.
Madonnina della SS.Trinità di Busca
Un'opera che
recenti restauri hanno reso leggibile nel suo contenuto iconografico è la
Madonnina della SS.Trinità di Busca che rimanda
all'invocazione Madre della divina grazia. Maria, che tiene in braccio
Gesù col nimbo crociato, spruzza il latte dal seno, mentre il Bambino è
atteggiato ad un gesto di approvazione. L'iconografia incomprensibile diversamente, potrebbe esprimere la mediazione di
Maria nel dono della grazia divina. .
L'opera
firmata e datata che ha aperto la
conoscenza di tutta la produzione di
questi artisti, è una tavola che proviene da Albenga (IM)e che ora si trova nel
Museo di S.Agostino a Genova. La
Madonna col Bambino già di Palazzo Bianco(1478) (Ge) che
rimanda all' invocazione. Madre del Salvatore. Maria appare come Vergine e Madre del Figlio di Dio, Redentore
e Signore. Ella infatti tiene in mano tre piccole rose, due bianche, simbolo
della sua Verginità e una rossa, metafora del sangue versato dal Figlio Gesù
nella Passione. Il Bambino sulle sue ginocchia, veste una sopratunica rossa che
ha la sacralità dell'abito sacerdotale e il colore della Maestà divina; egli ha
in mano un piccolo volatile, forse un cardellino, uccello che, secondo
sant'Isidoro da Siviglia alluderebbe alla Passione di Cristo. Sull'abito di
broccato che splende sotto il manto scuro di Maria, appare la configurazione dell'uccello
simbolo, secondo Hildegarda di Bingen, della purezza che trascende la materia: Madre
purissima, prega per noi
Nella maestosa Regina Incoronata di Sampeyre Maria è
rappresentata nell'atto di allattare e adorare il Bambino ritto sulle sue ginocchia.
L'immagine è originale e ricca di molti altri attributi mariani, espressi
simbolicamente. E' infatti, raffigurata come la
Madre dell'Emmanuele (il Dio con noi, Is
7,14). Ella appare qui come una giovane madre solenne, maiestatica elegante, ma
insieme umile e popolana, seduta in un giardino animato da fiori, uccellini e
leprotti simbolici. Dietro alla figura
un bel cartiglio, come un arioso bindello di raffinata fattura, attraversa
l'inquadratura con l'iscrizione: QUE[m] EX VISCERIBUS[sic] M[eis] G[en]UI / LACTO ET ADORO (Colui che ho generato con le mie viscere, allatto e adoro
Il Bambino, che Maria allatta, non
giace sulle sue ginocchia abbandonato nella debolezza e nella
L'Annunciata di Chiot Martin (Valmala
Cn)
passività
propria del neonato, egli invece si erge sulle gambe in un gesto volitivo e si
ciba autonomamente al seno della madre. Maria, che è in evidente atteggiamento
adorante davanti al Bambino, è già la
Chiesa che adora il suo Signore ed è Regina di tutti i
santi come indica l'aureola santa dei santi. Nell'iconografia di madre e regina incoronata, Maria è
rappresentata anche nella cappella
dell'Annunciata a Chiot Martin (Valmala Cn); la Madonna
col Bambino di Valmala è una luminosa immagine di Regina
e giovane madre del Redentore, espressa nella cromia luminosa e mediterranea di
questi artisti, appare .col volto soffuso
di una dolcezza adolescenziale che incanta,
A
Cuneo troviamo la
Madre Misericordiosa nella cappella attigua a Santuario della Madonna degli Angeli. Un ciclo purtroppo molto frammentato di
cui resta la stupenda scena del Cristo
dei Flagelli accanto al quale la
Madre implorante, cerca di placare l'ira del Figlio. Nella
parete di fondo si trova la scena
fulcro del culto della cappella: La
Madre della misericordia. Vergine potente,
Vergine clemente. Sebbene mutila, appare la grande figura di Maria che, tra
gli angeli, raccoglie sotto l'ampio manto i fedeli che ricorrono a lei. La
stessa iconografia si trova nella parrocchiale di Casteldelfino. Sono opere molto rovinate
a motivo delle guerre di religione e del disprezzo dei sec XVII-XVIII tuttavia sono ancora leggibili nel loro
contenuto.
Nella
cuspide del S.Stefano di Busca il richiamo alla Regina dei Martiri. Accanto al Cristo in pietà,
Maria è rappresentata nel suo dolore di madre col volto in lacrime, un dolore umanissimo, ma profondo e
contenuto, accanto a quello di Giovanni tenero e accorato. Cosi nel Compianto del Cristo morto a Madonna
del campanile di Busca, nella Pietà dell'antica casa comunale di
Verzuolo e nella Pietà della cappella di S. Giuliano a Savigliano (Cn), è
rappresentato il martirio della Madre
che silenziosamente raccolta, le mani giunte, il volto dolente, guarda il
Figlio deposto sulle sue ginocchia con le ferite in evidenza. La
Regina degli angeli è riconoscibile nell'oratorio di S.Croce e S.Bernardino a Diano
Castello (IM) mentre la Regina
Assunta in cielo,
iconografia già presente in un avorio sin dal sec VIII, è raffigurata dai
Biazaci nella ghimberga, nella parrocchiale di S.Maria Assunta a
Rossana in una mandorla
sostenuta da angeli; all'intero ciclo dell'Assunzione sono dedicati gli affreschi
della chiesa di Maria Assunta a Piani
d'Imperia che presentano in un ampio ciclo di affreschi ritrovati, i fatti
del racconto del Vangelo apocrifo dello pseudo Giuseppe d'Arimatea e del
Transito della Beata Vergine. Maria, che ci ha preceduto nei cieli, nostra
meta finale, Regina della pace, prega per noi.
Corriere di Saluzzo maggio 2013
foto di Giogio Olivero
(1) dei quali, nel 2012 è stata pubblicata dall'Associazione
Bafile, l'antologia completa (Bibliografia)
Bibliografia: M.LOVISOLO, Spiritualità e simbologia nel linguaggio iconografico e stilistico
di
Tommaso e Matteo Biazaci di
Busca. In
Associazione C. E.Bafile, S.MANAVELLA e A.DE
FLORIANI : Tommaso e Matteo Biazaci di Busca, Cuneo 2012 pag.245ss.