ARTE E FEDE
DUOMO DI SALUZZO - IL PAVONE NEL PRESEPIO
La
splendida Adorazione dei Pastori all'altare del Presepio del Duomo di
Saluzzo è un' opera coinvolgente di Sebastiano
Ricci, artista veneto barocco che nel primo decennio del 1700, realizzò il
dipinto, capolavoro della Cattedrale saluzzese. Il
quadro, inserito nel bell'altare settecentesco in
marmo e bronzo dorato, colpisce l'osservatore per quel cromatismo luministico
che rivela immediatamente l'evento. Un luminismo che richiama quello saettante
del Magnasco, mentre la contrapposizione costruttiva
delle masse cromatiche, che fa convergere l'attenzione sulla centralità della scena,
rimanda al Piazzetta. l'andamento diagonale della composizione focalizza i
protagonisti: Maria vestita come una popolana, mostra ai pastori il Figlio neonato deposto
nella povertà della magiatoia su un bianco panneggio
il cui splendore sembra esaltarlo nella
sua identità divina,.
Il canto cromatico e il dinamismo della composizione
barocca non cancellano, ma evidenziano, nella stasi di taluni istanti, il
silenzio della notte di Betlemme, dove i pastori sembrano avvicinarsi al
Bambino con trepido stupore, come consapevoli di un avvenimento che li
sovrasta.
Lo
spazio creato dalla presenza del volo d'angeli è inquadrato sommessamente dalla
struttura lignea della capanna dove ci sembra di scorgere, appollaiato nel buio
sulle travi cadenti, la forma di un pavone, che nell'ombra vigila sugli
astanti.
Il PAVONE NEL PRESEPIO
Filippo
Lippi, Adorazione dei Magi, (1445c.) Washinton Gallery (foto www.edizioniamen.it)
L'immagine del pavone, uccello particolarmente
apprezzato per la sua bellezza, era apparso talvolta nelle Natività tardogotiche, ma specialmente in quelle rinascimentali, da Botticelli a Filippo Lippi, a Tintoretto, secondo il gusto per il simbolismo proprio del
tempo.
Originario delL'india, dove molte divinità venivano raffigurate a cavallo di un pavone, per il
dispiegarsi in forma di ruota delle penne della sua coda, era ritenuto simbolo
del sole. Attraverso la Babilonia la Persia e l'asia
Minore, il pavone arrivò a Samo diventando l'uccello
sacro del santuario di Era nell'atene del sec V a.C.,
giunto a Roma nel sec II a.C., fu l'animale sacro a
Giunone.
Nel cristianesimo
delle origini, il pavone assume le simbologie della vita eterna, intensamente avvertita e vissuta dalle prime
generazioni cristiane. Due pavoni che si abbeverano al calice alludono alla
rinascita spirituale, gli occhi del pavone erano considerati segno
dell'onniscienza e la sua carne alimento salutare per
gli ammalati. Questa dimensione
simbolica del pavone, è da collegarsi alla leggenda narrata da Plinio nelle sue
Historie naturalis (H.N. 22), secondo la quale l'uccello, ogni anno,
all'approssimarsi delL'inverno, perde le penne della coda e le rimette a
primavera, mentre Sant'Agostino (nel De Civitate Dei XXI, c.4,1; PL 41,712) parla della carne
Ipogeo di Via Dino Compagni-
Cubicolo di Sansone sec IV
incorruttibile del pavone. Per questo divenne emblema della risurrezione di Cristo e
dell'immortalità, il pavone fu raffigurato nei dipinti catacombali, nei
sarcofagi del IV secolo e nelle rappresentazioni
musive delle basiliche.
L'inserimento del pavone nelle
Natività rinascimentali può riferirsi all'antica credenza popolare secondo la
quale, il sangue del pavone scaccerebbe i demoni, ma più facilmente comparve proprio con riferimento alla risurrezione di Cristo
e alla sua vittoria sulla morte. Spesso era raffigurato anche il gallo;
entrambi questi simboli, secondo gli studi biblici contemporanei, appaiono
sorprendentemente appropriati: le pagine dei Vangeli delL'infanzia sono
state scritte alla luce della morte e risurrezione di Cristo e il gallo,
richiamo al tradimento di Giuda, simboleggia la morte di Gesù,
il pavone la Sua risurrezione.
I simboli pasquali accompagnano
dunque la Natività.
La Pasqua: è il centro dei
vangeli dell'infanzia, perché è questo il segreto della storia di Gesù di Nazareth, un uomo come
tutti, ma sul quale si proietta, la luce pasquale e il mistero dell'eterno.
Viviamo, infatti, il Natale annunciando la morte e la risurrezione del
Signore, nell'attesa della sua venuta' (Giovanni
Giordano).
da CORRIERE DI SALUZZO 15.12.06
H.BIEDERMAN Enciclopedia dei simboli Milano 1991
E.URECH
Dizionario dei simboli cristiani Roma 1995
H. e M. SCHMIDT
Il linguaggio delle immagini . Icoografia
cristiana . Roma 1998
G. GIORDANO , Quella
nascita che ha cambiato la storia in L. SOSTEGNI , La Natività nell'arte
Cuneo 1992