IL VOLTO DI CRISTO
Il tuo volto io cerco
Signore, mostrami il tuo volto!
L'invocazione del salmistasintetizza l'invocazione dei popoli che, fin
dalle origini, hanno cercato il volto dell'Assoluto,esprimendone le facoltà in forme umane, con i
mezzi dell'arte le facoltà, sfociando così nel
politeismo.
Il popolo elettovenne preservato
lungo i secoli dal culto degli idoli dalla proibizione diraffigurare Dio e la figura umana(Dt.5,6). Ma l'implorazionedell'uomo, resta nei secoli. Mostraci il
Padre e ci basta chiede Filippo a Gesù, il quale risponde: Filippo, chi vede me vede il PadreIo e il Padre siamo una cosa sola (Gv.14,8;10,30)
Il volto di Dioincomprensibile per i popoli dei primi
millenni, si è reso visibile nella
pienezza del tempo con l'Incarnazione,
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; dirà Giovanni. Quel volto che gli artisti, nel corso di 2000 anni, hanno
voluto esprimerecercandone i tratti nella Parola,nella Tradizionenella loro esperienza.
I cristiani dei primi secolivivevano la freschezza dell'annuncio di Cristo Risorto inclima aniconico,
senza immagini. Clemente d'Alessandriainfatti,affermava che l'immagine del Figlio di Dio doveva essere visibilenella vita dei cristiani e nelleloro virtù, non nelleraffigurazioni..
Per questo
si diffuse - come abbiamo già visto - l'uso del simbolo e delle allegorie, di
cui anche Gesù aveva fatto uso per presentare se stesso.
Buon pastore-Vaticano
Tuttavia col IV
secolo, nel climadi conciliazionecon la filosofia greca, anchela lotta Iconoclasta (violento rifiuto delle
immagini) si placa anche se troverà la sua risoluzione conclusiva solo nel786 al Concilio di Nicea. I Padrinel IV-V secolo
affermano che la corporeità dell'uomo, che ha in sé anche lo spirito, in
quanto immagine e somiglianza di
Dio, viene nobilitata dall'Incarnazione
del Verbo; se il Figlio di Dio è entrato nel mondo delle realtà visibili, (come
ha detto Giovanni Paolo II, Lettera agli
artisti del1999 p 14,16)
si può
pensare che una rappresentazione del mistero possa essere usata, nella logica
del segno, come evocazione sensibile del mistero l'immaginenon è più proibita e si può rappresentare,
così anche ciò che di Diosi è reso visibile, Gesù
Cristo, si può rappresentare.
Le prime immaginicristiane realizzate in Occidente, assumono
caratteri figurativi ellenistici interpretate sulla base dei concetti evangelici,conservando il livello di dignità e di valore
dell'antico, nel comune linguaggio a tutti comprensibile.
Tra le primeimmagini riferibili a Cristo del tempo della
clandestinità, c'è il PASTORE,un simbolo assunto da Gesù
stesso: Io sono il buon pastore il buon pastore dà la vita per le sue
pecorelle, io leconosco ed esse mi seguono E' la figura allegorica piùsuggestivadell'iconografia cristiana che venne anche a
simboleggiare la passione di Cristo. Rappresentato in forme giovanili di una intramontabile
bellezza apollinea,ma con le connotazioni di una profonda spiritualità e diuna genuina ispirazione cristiana, la figura
del Buon Pastore, viene dipinta sulle volte dei cubicoli, almeno 90 volte,incisa sulle lapidi, scolpita sui numerosi sarcofagiraccolti nel Museo Pio Cristiano a Roma
Nei primi secoli prefigura del Buon
Pastore è lamitica figura di ORFEO:
come Orfeo ammansiva le fiere con il
canto, così Cristo con la sua parola di verità e di pace,ammansisce lo spirito dell'uomo (Eusebio)
Le prime immagini figurative di Cristo,
lo raffigurano giovane, imberbe, una figura ideale su base classicheggiante per
esprimere l'eterna giovinezza
dell'annuncio cristiano.
Agli scavi
Vaticani, nel Mausoleo dei Giuli accanto al trofeo di
Pietro, si trova il mosaico del CRISTO
SOLE, una straordinaria immagine risalente al II
secolo in cui Gesù, che appare in una bellezza
apollinea, su un carro trainato da cavalli, percorre un cielo di mosaico
dorato.
Compare poi l'immagine del CRISTO
MAESTRO. Gesù
giovane è rappresentato seduto, attorniato dagli Apostoli,in atto di insegnare. Così lo vediamoin molti sarcofagi e
dipinti
catacombali come nell'arcosolio della
cripta di Ampliato a Domitilla. La scena
è condotta con naturalismo, la tecnicaè quella rapida eimpressionistadelle prime pitture cristiane.
L'iconografia
della CONSEGNA DELLA LEGGE del V secolo, mostra Gesù
che, circondato dagli Apostoli, consegna loro il rotolo della Parola di
Dio; nella Catacomba Di Domitilla, alla CONSEGNA DELLE CHIAVI A PIETROGesù è seduto sul
globo che simboleggia la sua signoria, (Il cielo è il mio trono la terra lo sgabello dei miei piedi Is.66,1)
Nel sec. V, col passaggio alle basiliche sopraterra, queste immagini , che prima conservavano il sapore intimo delleorigini, diventano più teofaniche:
Cristo è rappresentato nella sua Maestà di Risorto Signore della gloria,
sull'arco trionfale delle Basiliche o sul fondo dorato del
catino absidale che,curvandosi, dilata lo spazio sacro
all'infinito. Il CRISTO IN MAESTA' ha
il nimbo crociato e spesso i segni della
crocifissione, la sinistra regge il
globo sormontato dalla croce oppure il Libro, la destra è distesa nel segno
trinitario e benedicente.E' seduto sul globo(S.Vitale a
Ravenna) ma più spesso nella mandorla
iridata, o sul trono, è fiancheggiato dall' a e
w, dai
quattro
simboli degli Evangelisti (il tetramorfo) e,
talvolta, dal vasto programma
iconografico del'Apocalisse.Queste raffigurazionisi riferiscono alle visioni di Ezechiele (1,26) e
di Daniele (7,9) ma soprattutto al cap.1 e 22
dell'Apocalisse: Io sono il primo e l'Ultimo, il Vivente. Ero morto ma ora vivo nei secoli io sono l'alfa e l'omega, il principio e la
fine
Il tema iconografico della Maiestas, costituirà la catechesivisuale per i cristiani di tutto il primo
millennio. Avràgrande sviluppo, con caratteri di forte stilizzazione, in Occidente, nelle cattedrali italiane ed
Europee (famosissimo quello di S.Clemente di Tahullora a Barcellona)
La troviamo anche nelle cappellepiù antiche del nostro territorio: a S.
Salvatore Macra, S. Peyre
di Stroppo S.
Stefano di Busca, e altre. Si tratta
di dipinti realizzati da artisti
quattrocenteschi sul sito di
un'opera più antica ormai degradata.
Abside Duomo di
Monreale in Sicilia. Pantocrator
In Oriente dove si ritiene che le prime icone di Cristo siano
state fatte durante la sua vita terrena, si sviluppa l'iconografia del PANTOCRATOR dove il Cristo -vigoroso e plastico, a
un tempo mite e severo - è il vero sovrano del mondo. Raffigurato per lo più a
mezzobusto, tiene il libro aperto con i versi di GiovanniIo sono via verità e vita,nell'aureola le iniziali greche del nome Gesù Cristo. Tra gli esempi più belli sono l'icona del
Monastero di S.Caterina del
VI secolo, i mosaici di Cefalù, Palermo, Monreale
in Sicilia.
A partire dal secolo dellalibertà costantiniana , la Maestà presenta il CRISTO BARBATO più aderente a
ogni verosimiglianza col volto reale di Cristo. Sant'Ireneo vescovo di Lione nel II secolo, in Contro le eresie, parla dell'esistenza
di ritratti di Cristo in scultura o pittura, realizzati su un modello fatto eseguire da Ponzio Pilato.
Forse una traccia di quel ritratto si riscontra nel pastore barbatoche legge un rotolo dipinto nel
IIIsecolo nella Catacomba degli Aureli in viale Manzoni,
nell'Abside di S.Pietro e in S:Giovanni.
Nelle catacombe ormai diventate santuari
dei Martiri, troviamo Cristo tra Pietro e Paolo che sovrasta l'Agnello fra
martiri della Catacomba dei SS Pietro e Marcellino,
mentre nel cubicolo del Leone della
Catacomba di Commodilla
del sec V.Lo stupendo busto del Cristo a e w, si colloca in una
campitura, geometricamente divisa, di stelle a otto punte quasi a precorrere la
volta stellata di Galla Placidia
La trasformazione del volto di Cristo nel
tipo barbato, più verosimile, che dal
IV secolo resta costante nell'espressione artistica, ha posto degli
interrogativi circa l'origine.
Non è da escludere l'influenzadel mandyllion, il telo sindonico, su cui fiorirono le leggendarie immagini
acherotipe (non-fatte-da-mano-d'uomo).Dopo la libertà costantiniana,il culto di Cristo venne asostituire gradualmente quello precedente all'imperatore, venerato per mezzo
dell'immagine divinizzata. L'immagine di Cristo doveva essere un vero
ritratto. Lo studioso Werner Bulst, ipotizzache il mandyllion,
esposto a Costantinopoli e poi ad Edessa,tradizionalmente ripiegatoin modo da mostrare solo il volto,venisseesposto nel vessillo imperiale, così si
sarebbe diffusa quell'immagine cherimarrà sostanzialmente invariata nei secoli.
NEL SECONDO
MILLENNIO
Nei primi
secoli del secondo millennio, in
Occidente, l'evoluzione del volto di
Cristo, è legata a santi come Bernardo da Chiaravalle e Francesco d'Assisi: Cristo non è più il Giudice, tremendae
maiestatis , ma diventerà
nostro fratello, gli artisti
saranno incoraggiati a raffigurarela vita e gli aspetti umani di Gesù, così lo
vediamo nel ciclo di Giotto alla cappella degli Scrovegnidi Padova.
NEL RINASCIMENTO
Il Rinascimento italiano nel
nuovo ambito culturale antropocentrico, rivaluterà invecela bellezza umana, pensiamo al Cristo giudice
di Michelamgelo, mentre l'epoca barocca esalterà
l'aspetto mistico e trionfante trascendentale.
DAL 700 A OGGI l'arte percorre per lo più sentieridiversi da quello sacro, l'opera,anche quella religiosa,non è più oggetto di culto ma di
fruizione. E' esperienza di pochiartisti come quella fortemente
espressiva e appassionata di Rouault. Il voltodel Cristo sofferente di Rouault
del Museo Vaticano di Arte Moderna è l'immagine del Re che si fa servitore dell'umanità ed espia sul Golgota. Il volto del Golgota, nel quale l'umanità
si riscatta. Un volto carico di
misericordia e, insieme, della tristezza infinitaper il rifiuto dell'amore