BETLEMME, annuncio
di pace da una grotta
Betlemme,
la Basilica costantiniana della
Natività
Il canto natalizio: "Pace in terra" è diventato il simbolo, live
motiv del desiderio di pace tra i
popoli e le culture. Nonostante il degrado consumistico e frenetico cui l'ha
ridotto la nostra società, il Natale, resta per eccellenza l'universale festa
di gioia e di speranza, perché si fonda sul reale annuncio di un valore che è
un anelito per ogni uomo, non solo dei
cristiani; espresso dallo stesso Presepe, dove l'umanità intera è
idealmente rappresentata intorno al
Bambino di Betlemme.
Betlemme,
il cui nome, Beit-Lehem, significa "Casa del pane", è adagiata su due colline, dieci km. a sud di
Gerusalemme. La città, oggi chiusa e
soffocata nel muro israeliano, è conosciuta come la patria di Re Davide e luogo
della dolce storia di Ruth. Al nome di
Betlemme è legato l'antichissimo oracolo del profeta Michea: "E tu,
Betlemme d'Efrata così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda, da te mi
uscirà colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono
dall'antichità, dai giorni più remoti" (Michea 5,1).
A Betlemme, secondo il racconto di Matteo e Luca è nato
Gesù. Sul luogo sorse nel IV secolo la
basilica attestata da Eusebio e dal Pellegrino di Bordeaux che scrive: "Dove il nostro
Signore Gesù Cristo nacque, è stata costruita una basilica per ordine di
Costantino". La basilica, che
all'esterno sulla grande piazza assume i caratteri di un fortilizio, si apre,
attraverso una porta piccolissima, (così ridotta per evitare l'ingresso di
soldati a cavallo) per mostrare ai visitatori uno stupendo interno
paleocristiano con i tratti degli antichissimi mosaici del sec IV . La
basilica, dalla quale si scende alla Grotta, fu poi aggiornata da Giustiniano nel 540 e arricchita di
altri paramenti musivi.
La Basilica della Natività venne
preservata, quasi miracolosamente, dalle devastazioni. Nel 614 il re persiano Cosroe, che già aveva
raso al suolo tutti gli edifici cristiani della Terra Santa, salva la chiesa
della Natività, per la scena che, sul frontone, rappresenta i Magi, vestiti con i costumi Persiani. Cosroe
riconosce, in quelle figure, i sapienti della sua terra e, per rispetto a
questa scena, ordina di preservare la Basilica dalla distruzione.
Successivamente anche le milizie arabe di Omar risparmiarono la Basilica della
Natività, a motivo della raffigurazione di Maria col Bambino molto venerata
anche dalla religione islamica.
Betlemme, Basilica, Grotta della
Natività
Benché sia stata messa in discussione la nascita
di Gesù a Betlemme, la tradizione cristiana, basandosi su altre tradizioni
tra loro indipendenti, identifica la località natale di Gesù nel piccolo
capoluogo di Giudea. Sono tradizioni
conservate dalle prime comunità cristiane di ceppo giudaico (tradizioni rivelate fondate dagli scavi archeologici a Cafarnao e Nazaret) Le chiese
giudeo-cristiane del primo secolo onoravano in modo particolare tre mistiche spelonche,
tra cui la grotta della Natività.
La presenza di questi giudeo-cristiani ha lasciato
tracce straordinarie sulla roccia delle grotte, sui sepolcri, sugli ossari
Essi non potendo raffigurare immagini, vista la proibizione della legge Mosaica,
facevano spesso ricorso a simboli, a numeri ed a segni. A Betlemme, resta uno
di questi simboli. E' una croce graffita nella parete est, la quale, completata
in alto con un semicerchio, ci dà una croce cosmica
Non solo la presenza di graffiti
giudeo-cristiani, anche tradizioni successive avvalorano i dati archeologici,
che permettono di risalire alla
veridicità del racconto evangelico. Si parla inoltre della grotta. I
Vangeli non citano la grotta che, nelle icone assumerà simbolicamente il signficato di preannuncio della grotta del
Sepolcro. Della grotta della nascita di Gesù si menziona nell'antichissimo
testo apocrifo, detto Protovangelo di Giacomo (sec. II ) e ne parla
anche il filosofo e martire Giustino nel Dialogo con Trifone 78. Giustino, che è un palestinese originario di
Flavia Neapolis (Sichem), scrive opere
cristiane verso il 150 d.C. attingendo probabilmente le notizie a testimoni
diretti, gli stessi giudeo-cristiani che, attraverso i graffiti tuttora
visibili,
hanno
palesato una particolare venerazione per il luogo della Natività.
Grotta di
Betlemme
La
presenza della tradizionale grotta, in realtà non ha nulla di poeticamente aggiunto dal
momento che, - dice il biblista M.Priotto accompagnando i pellegrini a Betlemme - "qui come
in Oriente, ci sono grotte naturali e grotte costruite come case di abitazione.
Nulla di strano che la coppia abbia cercato in una di queste grotte, o
costruzioni a grotta, il posto più intimo per la nascita del Bambino. Il
problema dell'evangelista Luca non è tanto un problema logistico, ma la realtà
della non accoglienza del Signore. Luca scrive leggendo il rifiuto del popolo
di Israele verso Gesù. Come aveva detto Isaia. "Il bue conosce il proprietario,
l'asino la greppia del padrone, ma Israele non conosce e non comprende" (Is.
1,3): non c'era posto per Gesù nel suo popolo".
Sul luogo dove si venerava la nascita
di Gesù , secondo quanto scrisse San Girolamo che a Betlemme soggiornò 19 anni
per la redazione della Vulgata, l'imperatore Adriano nel 134, volendo far sparire ogni traccia di culto cristiano,
trasformò la zona della grotta in un bosco, con un tempio pagano dedicato a
Adone. Ma il
gesto ottenne l'effetto contrario, infatti si conservò la memoria del luogo
e del culto cristiano ad essa legato" (Cfr. Sui passi di Dio, Guida, pag. 70. ). La
profanazione non durò a lungo e la grotta della Natività tornò ad essere luogo
di venerazione da parte dei cristiani e dei pellegrini, tanto che Origene,
insigne studioso di Cesarea Marittima, vissuto tra il 185-254, nella sua
opera Contra Celsum, scrive tra
l'altro: "Si mostra a Betlemme la grotta nella quale Gesù è nato e, nella
grotta, la mangiatoia dove fu avvolto in fasce".
Betlemme. Il "Campo dei Pastori"
Poco lontano da Betlemme,
nella valle coperta di olivi, si trova il Campo dei Pastori (con tracce
archeologiche di una comunità monastica del V secolo), ricorda il racconto
dell'annuncio ai pastori di Lc2,8-15: "Non temete vi annunzio una grande
gioia". è nato nella città di Davide il
salvatore Cristo Signore" La Parola
dell'angelo rivela il Bambino come Salvatore, Kyrios, Messia.
"Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che Dio ama" .Da questo amore di Dio nasce la pace tra i popoli: "Pace a voi che
eravate lontani, pace a coloro che erano vicini" (Eb2,14-17).
La pace di Cristo è per tutti i popoli.
Corriere di Saluzzo dicembre 2009