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STORIA ARTE FEDE NELLA NOSTRA PARROCCHIA : L'ASSUNTA

                               CORRIERE DI SALUZZO       ARTE E FEDE   6 Novembre 2002

 

I SANTI: INNO ALLA VITA -  PARADISO LA NOSTRA META,

Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio

 

"Da alcuni anni si è diffusa anche  in Italia la moda di celebrare Halloween, festa semicarnevalesca legata impropriamente alle streghe. Le maestre elementari fanno a gara a proporre spettri, maghi, vampiri e mostri: in realtà Hallowenn significa "vigilia di Ognissanti", eppure sull'onda della New Age si tirano fuori i Celti e si dice che il cristianesimo avrebbe trasformato la festa pagana di Samain in Ognissanti." Così scrive Cecilia Gatto Trocchi nell'Agorà di Avvenire  di sabato 26 ottobre, denunciando decisamente un nuovo appiattimento culturale e quel "processo di desacralizzazione che il materialismo americano sta imponendo da vari anni".  Sulla moda dell'horror, le vetrine si riempiono di mostri,  "mentre la Sisal e le discoteche lucrano su diavoli streghe e fantasmi.  "Va ricordato che il neo-protestantesimo - prosegue l'autrice - nega il culto dei santi, lo combatte e lo demonizza....A tutto questo si è sovrapposto il revival della magia paganeggiante della stregoneria New Age, dell'occultismo e del satanismo. E' quindi accaduto che una festa cristiana sia diventata pagana, non viceversa... Non a caso i fondatori della  stregoneria inglese e americana hanno 'scippato' alla cristianità la festa di Ognissanti  per farne una ricorrenza dei Sabbah... Non a caso i satanisti celebrano i loro riti ad Halloween" 

            Troppo  interessante questo testo per non proporlo tutto. Dunque, è una invenzione  bella e buona questa Halloween che se, con le  simboliche zucche diverte qualcuno, sembra mirata non tanto ad esorcizzare la paura come è stato detto, ma ad  esorcizzare ancora una volta la realtà  ineluttabile della morte, preferendo al silenzio, la favola e lo stordimento di feste alienanti che lasciano perplessi,  se pensiamo che le ricorrenze dell'1 e 2 novembre sono per molti un mesto doloroso ricordo delle persone amate che non sono più, quei cari defunti di  cui cerchiamo  un segno di  esistenza; una realtà  che i  recenti, tragici fatti di S.Giuliano di Puglia,  hanno riproposto drammaticamente alla riflessione.

La  celebrazione dei Santi ha origine nel IV secolo, quando ad Antiochia si celebrava  la festa di tutti i martiri, un culto risalente già al II secolo.  Introdotta a Roma nel sec. VI, venne  fissata nell'835 da Gregorio IV al I° novembre .

S:Prassede - Roma - I martiri dell'apocalisse - Arco

 

La data della commemorazione di tutti i defunti risale al 998 per l'iniziativa dell'Abate di Cluny S.Odilone e ufficialmente sancita nel 1311.      Queste celebrazioni raccolgono l'eredità della fede delle origini di quella prima comunità cristiana che, dopo la crudele persecuzione di Nerone, veniva sostenuta e incoraggiata dalla parola dell'ultimo Apostolo, Giovanni che nell'Apocalisse vede  " Una moltitudine immensa, che  nessuno poteva contare, di tutte le genti, tribù, popoli e lingue. Tutti stavano in piedi davanti all'Agnello in candide vesti" (Ap.7,9) In  uno scenario pieno di luce, Giovanni vede  i salvati "che  sono passati per la grande tribolazione" stare nella gioia, intorno a Cristo crocifisso e   risorto, Signore della storia.  Immagini  presentate in un tripudio di luce e di colore dai  mosaici delle prime basiliche cristiane, come in S.Prassede a Roma

L'uomo, contrassegnato dalla capacità di pensare, di amare, di gioire e di soffrire,  respinge l'idea dell'annientamento totale nella morte; d'altra parte la scienza, la tecnica,  la stessa medicina  tacciono drammaticamente su questo evento ineluttabile.

L'angosciosa  ricerca di  qualche segno di vita di quei cari che ci hanno lasciati, induce  molti a  trovare risposte nei movimenti spiritici, nelle sette, in illusorie pratiche medianiche, dove, in realtà, chi le esercita comunica solo con se stesso e col proprio inconscio.

 Alla ricerca di senso e di vita, cui la società  moderna non sembra in grado di rispondere,  si offre una speranza: "Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio...agli occhi degli stolti parve che morissero...ma essi sono nella pace...la loro speranza è piena di immortalità"  "Si, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità lo fece ad immagine della propria natura.(Sapienza 3,1-3; 2-23). Parole cui Gesù darà concretezza: "Io sono la risurrezione e la vita chi crede in me, anche se muore, vivrà e chiunque vive e crede in me non morirà in eterno (Gv. 11,25)  Quell'anelito che fa esclamare  a S.Paolo: "Desidero dissolvermi ed essere con Cristo" (Fil1,23) venne espresso in pienezza dai primi cristiani nei segni delle catacombe dei primi 4 secoli.

 Una lapide della seconda metà del terzo secolo nel cimitero di S.Callisto a Roma,  mostra una figura femminile con le braccia alzate nell'atteggiamento dell'Orante, accanto una colomba reca un ramo di ulivo; un nome: "Irene" che significa "pace".

  La volta del cubicolo sul fondo bianco,  presenta - nella struttura  geometrica del cerchio e del quadrato, l'immagine del Buon Pastore; ai lati due pavoni,  agli angoli del quadrato circoscritto quattro colombe con ramo di ulivo. Sono immagini simboliche chiaramente allusive alla vita ultraterrena: l'Orante simboleggia infatti l'anima nella beatitudine eterna,  il Buon Pastore che dà la vita per il gregge è  simbolo di Cristo Salvatore in cui l'anima salvata vive. Il pavone è simbolo di immortalità, la colomba   dell'anima cristiana che sale alla pace eterna. Il cerchio in cui il pastore è inserito, allude al cosmo che, secondo il pensiero antico, coniuga il concetto del tempo con quello simbolico dell'eternità.

Un altro dipinto nella catacomba di S. Callisto (sec.IV) rivela l'atmosfera di speranza che permea i primi cimiteri cristiani. Cinque persone "oranti", caratterizzate negli abiti e nei nomi, stanno "in pace"  in un giardino (Paradiso) tra fiori, alberi, uccelli e pavoni : "Ecco la dimora di Dio tra gli uomini. Egli dimorerà tra loro ed essi saranno il suo popolo ed egli sarà il Dio con loro...e tergerà ogni lacrima dai loro occhi...perché le cose di prima sono passate" (Ap.21).

Anche il complesso pittorico catacombale dei temi biblici: i progenitori, Noè, Mosè,  i Tre Fanciulli nella fornace ardente, Daniele nella fossa dei leoni, esprimono  la  fede nella salvezza operata con la morte e Risurrezione di Cristo  "primizia di coloro che sono morti" .

 Una  fede che quei cristiani esprimono rapidamente nelle  epigrafi "vivi in Cristo, Vivi in Dio" La vita  che Gesù  stesso  ha promesso al Buon Ladrone: "In verità ti dico: Oggi sarai con me in Paradiso" (Lc.23,43).

Un episodio questo, raffigurato con vivezza dal Canavesio nella Cappella di Notre Dame des Fontaines a Briga: Cristo risorto scende a liberare i padri negli inferi, portando con sé, seconda lo promessa, Disma, il buon ladrone.

La  morte dunque,  non è totale cessazione di vita sino alla fine del mondo, come asserisce qualche setta.  Ad esempio i Testimoni di Geova sostengono che  la fine della vita terrena segna la morte totale come sonno dell'uomo sino alla fine del mondo e confermano le proprie concezioni con erronee   alterazioni dei testi biblici.

Gesù invece dice: "I giusti vanno alla vita  eterna", al Buon Ladrone dice: "Oggi" sarai con me in Paradiso e Giovanni (Ap. 14,13) innalza il grido di speranza: "Beati fin d'ora i morti che muoiono nel   Signore. Sì - si dice lo spirito -  riposeranno dalle loro  fatiche perché le loro opere li seguono" (Ap.14,13), ogni  esistenza, anche la più  comune  che, nella semplicità della quotidianità "ha saputo prendere Dio sul serio" e ha vissuto nella "percezione che il più della vita è  rimasto in sospeso"(Sequeri).

I primi cristiani  hanno  raffigurato lo scorrere del tempo con le maschere - si, anche loro - ma con un significato ben diverso da Halloween.  Le maschere della catacomba di  Priscilla  raffigurano le stagioni,  la perennità della vita oltre la morte. Il superamento dell'autunno e dell'inverno verso la primavera e l'estate del soggiorno celeste; il volger dell'anno, del tempo cosmico che,  passo dopo passo, porta ciascuno di noi verso l'eternità, la Vita  risorta con Cristo.  

                                                                                                  

 



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