S. MARCO VENEZIA

La cupola della Genesi

 

 

E’ la prima delle sei cupolette che si trovano nell’endonartece di S.Marco a Venezia e risale all’inizio del 1200 probabile opera di artisti Orientali e bizantini.  La cupola sviluppa, sul fondo oro, il tema della CREAZIONE col gusto narrativo della pellicola filmica o di una pagina di fumetti.

 Opera incantevole di una bellezza unica che trova la sua realizzazione nella   limpidezza della

 raffigurazione dai caratterii ancora altomedioevali                                  

 che riflette il sistema iconografico dei bizantini       

 

MICHELANGELO. CAPPELLA SISTINA ROMA

 

 

La Cappella Sistina prende nome dal Papa Sisto IV della Rovere, francescano, che volle edificarla nel 1475 sulle strutture di una cappella precedente dedicandola all’Assunzione di Maria.

 La volta venne dipinta di azzurro con stelle d’oro, sulle pareti laterali storie del Vecchio e del Nuovo Testamento che vennero realizzate da Perugino, Batticelli, Cosimo Rosselli Ghirlandaio Luca Signorelli e altri.

Nel 1508 a causa di dissesti, Giulio II della Rovere affidò a Michelangelo l’incarico di rinnovare la decorazione della volta.

L’artista iniziò il lavoro secondo un programma che prevedeva la raffigurazione, sull’immensa superficie della volta (680 m2), una possente architettura dipinta che inquadra storie della Genesi, l’origine dell’universo dell’uomo e del male. Al di sotto dei cornicioni vi sono i Profeti e le Sibille, testimoni dell’attesa della Redenzione. Nelle lunette gli antenati di Cristo premesse della venuta del Messia e della Redenzione. Nell’Adamo “creato a immagine  e somiglianza di Dio” Michelangelo restituisce la bellezza originaria e trasferisce la stessa bellezza visibile corporea  all’invisibile Creatore.

Adamo, semisdraiato sulla terra in attesa di essere investito dallo spirito divino, riassume le vicende dell’umanità. Il volto adolescente dimostra l’attesa che il Creatore gli infonda la vita.            

Michelangelo esprime questo momento culminante nell’incontro tra le due dita, un gesto di straordinaria energia: la scintilla della vita. L’umanità di Michelangelo è talmente eroica da diventare disumana, il culmine del dominio dell’uomo, il quale diventa dominatore assoluto, ma desolatatamente solo. La divina energia dell’eterno che apre alla vita spirituale del primo uomo con la semplicità di un gesto.

 

 

 Alle scene in cui il Creatore è l’incontrastato e unico  dominatore dell’energia naturale, si contrappongono gli episodi delle figure di Adamo ed Eva la cui  nudità è simbolo dell’innocenza che essi avevano prima del peccato.

Mangiare il frutto proibito significa voler giudicare autonomamente ciò che è bene e ciò che è male autonomia di scelta outonomia di giudizio del bene come del male.

 La conseguenza e la perdita dell’amicizia con Dio e del “paradiso terrestre”, è la perdita della la pace con se stessi e con tutte le creature. La concatenazione tra colpa e castigo si chiude con gli ultimi episodi dove l’umanità appare drammaticamente schiava del peccato stesso.

           

 

 

 

DEDICAdi Chagall

per la donazione del Message Biblique alla Francia

 

“Fin dalla mia prima giovinezza sono stato conquistato dalla Bibbia: mi è sempre apparsa e ancora mi appare come la più grande fonte di poesia di tutti i tempi.

Fin d’allora ho cercato questo riflesso nella vita e nell’arte. La Bibbia è come una grande eco della natura ed è questo segreto che ho cercato di trasmettere.

Secondo le mie forze, tutta la mia vita, sebbene abbia talvolta l’impressione di essere assolutamente un altro, di essere nato - si potrebbe dire - tra cielo e terra, che il mondo sia per me un grande deserto in cui la mia anima vaga come una fiaccola.

Ho fatto questi quadri all’unisono con questo sogno lontano, ho voluto lasciarli in questa Casa perché gli uomini cerchino di trovarvi una certa pace una certa spiritualità, una religiosità, un senso della vita.

Questi quadri, nel mio pensiero, non rappresentano il sogno di un solo popolo, ma quello dell’umanità. Sono la conseguenza del mio incontro con l’editore francese Ambroise Vollard e del mio viaggio in Oriente. Ho pensato di lasciarli alla Francia, il paese dove sono nato una seconda volta.

            Non tocca a me commentarli: Le opere d’arte devono esprimersi da sé. Si parla spesso del modo, con quali forme, in quale Movimento porre il colore, ma questo colore è una cosa innata, non dipende né dal modo, né dalla forma in cui lo ponete e non dipende nemmeno dalla maestria del pennello, è al di fuori di ogni movimento. Di tutti i Movimenti sono rimasti vivi nella storia solo quelli, rarissimi, che possedevano il senso del colore innato. I Movimenti sono stati dimenticati.

La pittura, il colore, non sono forse ispirati dall’Amore? La pittura è solo il riflesso del nostro io interiore e per questo stesso la maestria del pennello è superata, non conta affatto. Il colore con le sue linee contiene il vostro carattere e il vostro messaggio.

E poiché la vita va inevitabilmente verso la fine vediamo, durante la nostra, di colorarla con i nostri colori di amore e speranza. In questo amore si trova la logica sociale della vita e l’essenziale di ogni religione. Per me la perfezione, nell’arte e nella vita, è sgorgata da questa fonte biblica. Senza questo spirito, la sola meccanica di logica e di costruttività, nell’arte e nella vita non porta frutti.

Forse in questa casa verranno i giovani e meno giovani a cercare un’ideale di fraternità e d’amore così come i miei colori e le mie linee l’hanno sognato. Forse vi si pronunceranno anche le parole di quell’amore che io provo per tutti. Forse non ci saranno più nemici. Come una madre con amore e dolore mette al mondo un bambino, i giovani e i meno giovani costruiranno il mondo dell’amore con un nuovo colore e tutti, qualsiasi religione abbiamo, potranno venirvi e parlare di questo sogno, lontano dalle malvagità e dalla violenza.              

       Vorrei che in questo luogo si esponessero opere d’arte e testimonianze della spiritualità di tutti i popoli; che si facesse udire la musica e la poesia dettate dal cuore di tutto il mondo.

E’ possibile questo sogno? Credo di si. Nell’arte come nella vita tutto è possibile se si comincia dall’amore”.

   Marc Chagall   1966