DUOMO DELLA CATTEDRALE DI SALUZZO
·
LA DIOCESI
La nuova chiesa della Collegiata venne aperta al culto nel
1499, mentre i marchesi avevano avviato da tempo una politica tesa
all’autonomia dai Savoia e all’indipendenza religiosa di Saluzzo per ottenere il
conferimento di sede vescovile alla città capitale del marchesato. Alla morte
di Ludovico II la moglie, Margherita di Foix, perseguì tale progetto, ottenendo
da Papa Giulio II l’erezione di Saluzzo in Diocesi il 26 ottobre 1511. Primo
vescovo fu Giovanni Antonio della Rovere nipote del papa che, però, non venne
mai in Diocesi. Fu Giuliano Tornabuoni
nel 1516, il primo vescovo che prese possesso e risedette nella Diocesi.
I protagonisti
della vicenda sono raffigurati nei tondi
ad altorilievo sui capitelli dei
pilastri della navata centrale del Duomo: il marchese Ludovico II e la
Marchesa Margherita di Foix, il papa Giulio II e poi i vescovi, della Diocesi
saluzzese.

·
GLI ALTARI, L’ALTAR MAGGIORE
Con la costituzione in cattedrale, la grande chiesa si
arricchì via via di altari, testimoni della sua storia. Tra questi l’altar maggiore la cui dinamica scenografia polarizza
immediatamente l’attenzione del visitatore verso il presbiterio. Venne realizzato da mons. Morozzo nel 1701 e
fu il terzo altar maggiore della chiesa. Il primo fu consacrato dal mons.
Bernardino Vacca, ma fu sostituito da un secondo, voluto dal vescovo mons.
Pichot 1595 e di cui si ha notizia nella relazione della visita pastorale del
Beato vescovo, Giovenale Ancina il 15 aprile 1603. Quell’altare era una grande
struttura con icona troppo alta e tale da togliere la vista del coro, per
questo mons. Morozzo volle sostituirlo con l’attuale dedicato all’Assunta titolare della chiesa, e ai martiri Ss.
Chiaffredo e Costanzo, patroni della
diocesi.
L’altare ha 6
colonne di marmo narbonese e 4 pilastri di marmo grigio di Frabosa che reggono
il frontone in cui è collocata la statua del Padre Eterno. Le undici statue, in legno stuccato di
bianco, che ornano l’altare sono dello scultore luganese Carlo Giuseppe Plura,
1655-1637. Nell’intento di mons. Morozzo le statue in legno dovevano essere
sostituite da statue in marmo, ma il progetto non fu realizzato
Nell’ arco
centrale è collocata la figura della Vergine Maria, con le braccia
aperte, la leggera torsione del corpo, il volto proteso verso l’alto, portata
in cielo dagli angeli. Una struttura ad arco separa l’ascesa della vergine dal
livello superiore paradisiaco dove, nella configurazione di una finestra
barocca, il Padre si affaccia accogliente verso la Vergine, tra angeli
in adorazione e le figure simboliche della fede e della carità. Il
complesso si chiude liricamente sopra la cornice con l’angelo che innalza la
corona destinata alla vergine Assunta. A livello del tabernacolo ai lati delle
colonne, vi sono le statue di S. Costanzo e S. Chiaffredo. Nel
presbiterio, ai piedi dell’altare, si trovano le lapidi dei vescovi del ‘600 e
‘700 da Ottavio Viale. Ai lati
dell’altare le insegne gentilizie di mons. Morozzo. Sotto la mensa,
ornata di puttini d’alabastro bianco, una grata di ferro dorato racchiude una
finestrella che comunica con l’interno dove si trovano le reliquie di S.
Chiaffredo.
·
IL CROCIFISSO
Appeso, sopra
l’altare, è ben visibile il grande bellissimo Crocefisso dall’umana dolente espressione, capolavoro di scultura
lignea del ‘300 francese. E’ l’opera più antica, proveniente dalla primitiva
pieve. Acquistato probabilmente in
Francia dal Marchese Tommaso III e trasportato a Saluzzo, fu sistemato sulla
croce polilobata voluta dall’arciprete A.Vacca nel 1500 con l’apposizione del
proprio stemma. Restaurato nel 1959-61 a cura della Soprintendenza, fu poi
collocato nella cappella del SS Sacramento,
successivamente nel 1991, ritrovò l’originaria collocazione
secondo i criteri medioevali, nel presbiterio sopra l’altar maggiore al centro
della grande navata.
·
POLITTICO
DI HANS CLEMER
Anche
il polittico di Hans Clemer che
attualmente si trova nella settecentesca cappella del SS Sacramento è stato
caratterizzato da diverse vicende. La presenza del collare di S.Michele
conferito al marchese nel 1494 da Carlo VIII, dimostra che l’opera venne
realizzata alla fine del Quattrocento. I comparti erano 8 ne sono rimasti sette:
S. Chiaffredo col marchese Ludovico II genuflesso, S.Costanzo con Margherita di
Foix, S.Sebastiano trafitto dalle frecce, S.Giorgio che trafigge il drago,
l’Ecce Homo dai capelli intrisi di sangue, S. Bonaventura cardinale, S.Domenico
con libro e giglio. La tavola centrale dell’Assunta titolare del Duomo,
asportata dal polittico, è probabilmente conservata anonima in qualche castello
dei dintorni di Saluzzo. (Rovera-Bessone 1997)
Il polittico con la sua ricca cornice originaria, fece
da icona all’altare; in seguito, collocato in fondo alla chiesa, cadde
accidentalmente, la cornice frantumata andò dispersa. I pannelli dell’opera
furono collocati separatamente nel duomo finchè il polittico, restaurato nel
1989, fu ricomposto nelle sue sette tavole e collocato dietro l’altare nella
cappella del Sacramento.
Dei
numerosi altari della cattedrale mancano quelli della Madonna del Popolo che
conteneva la tela della Vergine (forse appartenuta all’Ancina)ora collocata
nell’altare del Sacro Cuore e quello di S.Francesco di Sales distrutti per fare
la balaustra in marmo di Valdieri e di Busca, in luogo della precedente
balaustra lignea di mons. Pichot nel 1590
·
ALTARE DEL BEATO ANCINA
Degli altari, di grande livello artistico del Duomo, avremo
occasione di parlare. Chiudiamo con la considerazione
dell’altare del santo vescovo di Saluzzo Ancina,
realizzato nel 1890 come cita la lapide che lo fiancheggia; fu elevato in
sostituzione dell’altare di S.Antonio spostato nell’altra navata. L’altare
marmoreo dell’Ancina è concepito come la facciata di una chiesa; nella mensa in
vetro è contenuta l’urna dorata col corpo del santo vescovo. Al centro della
struttura è collocata la tela con la raffigurazione del Beato Ancina tra due
angeli; l’opera sensibile e tecnicamente perfetta che rende omaggio alla
profondità spirituale del Beato, fu realizzata da Giovanni “Netu” Borgna di
Martiniana Po
Ormai prossimi alla
grande celebrazione giubilare della Diocesi, concludiamo con una riflessione:
la grande chiesa saluzzese “ha visto passare sotto le sue arcate 500 anni della
storia della città in momenti gioiosi e tristi in tempi prosperi e calamitosi”
rinnovata da esempi di santità, come quella del grande vescovo Ancina e
di altri che l’hanno seguito e vivendo quotidianamente quei “fatti di
Vangelo”di cui nel Convegno diocesano ha parlato Accattoli: la santità della
gente, che all’ombra della cattedrale si raccoglieva pregando cantando, e
vivendo silenziosamente cammini di eroica, carità quotidiana, quella che ha
realizzato il tessuto del secolare cristianesimo saluzzese.
Da Corriere di Saluzzo 27.10.2011
Bibliografia
G.ROVERA C.BESSONE, Il Duomo di Saluzzo, Savigliano
1997
L.C.ANTONIOLETTI Saluzzo Guida-ritratto della
città 1998