Presentazione
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Oggetto di questa mostra scaturita a contatto diretto con la realtà catacombale, sono
le opere d'arte e i reperti archeologici testimoni della vita, dell'antichità e dei contenuti
del primo cristianesimo, un'identità che ci è giunta viva tra vicissitudini varie e contrastanti,
attraverso cui il messaggio di Cristo è stato trasmesso, che le pietre hanno conservato e che
l'archeologia ha reso visibile e comprensibile
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Non ci può essere conoscenza di una cultura se non si va alle origini,
così per il cristianesimo; troppo facile il rischio che esso sia travisato dalle
culture intermedie che si sono succedute nella storia e che l’arte visivamente racconta.
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L’arte catacombale è "un'arte semplice" - dice Costantino Ruggeri - semplice ma arte vera,
senza contraffazioni; un'arte senza pretese artistiche, immediata e commovente come
la conversione dei primi cristiani"
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Il cristianesimo, dal I al IV secolo, è stata una "buona notizia" che si è sviluppata in un mondo
lacerato dalla ingiustizia dalla sopraffazione del potente, dalla privazione della libertà,
nella normalità della schiavitù, dal non senso della morte, una società che improvvisamente
ha scoperto la rivelazione di un messaggio liberante: la legge fondamentale dell'amore, l'uguaglianza
dei ceti sociali, la risurrezione oltre la morte ad una vita di gioia eterna....
Le risposte alle domande fondamentali sul senso della vita umana
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"I simboli cristiani nacquero al buio, ma furono luce di gente..."
che viveva fino in fondo la fede nel gioioso messaggio di Cristo, sino al dono della vita
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In questo tempo in cui la comunicazione multimediale della pubblicità,
della fiction televisiva, della produzione filmica, e le notizie di cronaca dei
telegiornali, sembrano voler trasmettere una cultura di paura e di morte,la luce
che proviene dai frammenti di questi luoghi oscuri delle origini, il messaggio
segreto contenuto nelle immagini,sia anche per noi lucerna che illumina gli
abissi bui dell'anima; piccolo seme di speranza e di gioia per la nostra vita,
stimolo alla conservazione della nostra splendida eredità culturale.
Mirella Lovisolo
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