ARTE E FEDE                                            Mirella Lovisolo

L’estate è la bella stagione piena di opportunità per le passeggiate, i trek nella natura, tra i boschi e le vette alla ricerca delle bellissime opere del Creatore e di quelle altrettanto affascinanti degli artisti di strada. Questi pittori itineranti spesso solo in cambio di cibo e alloggio, dipingevano i piloni votivi e i muri delle case alpine con le mistà della fede cristiana. Piloni e affreschi che sono un vero poema di arte popolare. Difficile scoprirli tutti, essi infatti sono reperibili solo inoltrandosi nelle passeggiate in località meno note. Così è stato per il Vicario Parrocchiale di Verzuolo  don Cornelio Barra che nel territorio di Frassino (comune occitano  che riecheggia nel nome la frescura dei locali frassini del paese) si è inoltrato verso la parrocchiale di San Maurizio. Qui egli ha scoperto dipinti bellissimi poco noti e nemmeno pubblicati. La chiesa di San Maurizio di Frassino ha una forma molto articolata come costruita in molte riprese. Sulla facciata laterale nell’atrio è dipinto un affresco che raffigura i santi della Legione Tebea a cavallo in abbigliamento seicentesco. Quello dei santi della legione tebea -  legionari martirizzati nell’attuale Bourg St.Maurice ai piedi del Gran San Bernardo  - è un culto molto diffuso nelle valli occidentali,  vi sono dedicate chiese e santuari. Il capo dei legionari è San Maurizio di cui è certa l’ esistenza, ma a Saluzzo il più popolare è san Chiaffredo patrono della diocesi.                                                                                         L’incontro col ciclo dei dipinti deve aver incantato il sacerdote, sensibile ai contenuti espressivi e religiosi dell’arte che, dopo aver fotografato, gentilmente mi ha inviato queste bellissime foto che molto volentieri pubblico ai lettori, molti dei quali, come me, ignoravano l’opera. Il dipinto purtroppo frammentato è di una fattura molto raffinata sia nell’esecuzione dei cavalli che dei personaggi  e  nel cromatismo  e nell’ariosità dell’insieme;   presenta la teoria dei legionari  tebani identificati con il nome nel sottostante bindello; essi  procedono  a cavallo  sotto un baldacchino  verso l’immagine centrale del capo Maurizio  affiancata da San Chiaffredo.  Ma chi sono i Tebei? Il fatto tra l’autentico e il leggendario, sarebbe accaduto tra il 286 -305 d.C. Ne parla il Vescovo di Lione Eucherio nel 434 nella "Passio Acaunensium Martyrum". Secondo la tradizione, un contingente di 4000 Legionari Romani reclutati "in natione thebea" (Egitto), vennero inviati nel 286 da Diocleziano nei pressi di Martygny in aiuto delle truppe già presenti sul luogo, impegnate contro le popolazioni locali che i tebei avrebbero dovuto sterminare perchè in contrasto con i romani. La legione, composta completamente di soldati già cristiani, si rifiutò di massacrare popolazioni inermi, e così fu passata per le armi. In questa versione, che è forse la più attendibile, è verosimile pensare, ad una decimazione, che spiegherebbe e renderebbe logica la sopravvivenza di molti che, in seguito, disertando, si rifugiarono nelle regioni dell'arco alpino, facendo opera d'evangelizzazione. E' tradizione antichissima che, nel III secolo, le nostre valli siano state evangelizzate da soldati romani convertiti,  Si ricordano almeno 400 nomi di soldati della legione scampati all'esecuzione di "Agaunum", e successivamente evangelizzatori in Piemonte, poi  martirizzati e diventati oggetto di culto e santificati. Non sono numerose le rappresentazioni complessive di questi martiri il più importante mi sembra l’opera di  Botoneri  a Castelmagno che nel 1514  dipinse alcuni di questi santi tebei: Maurizio, Ponzo, Costanzo, Magno, Chiaffredo, Pancrazio san Dalmazzo. L’opera di Frassino  mi pare perciò molto importante e significativa per la bellezza del dipinto e per la conoscenza della realtà storica che l’arte, sebbene  popolare  ma di alto valore può farci conoscere.