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DISTRUZIONE DELL'ANIMA DELL'UMANITÀ

Quando nel 1974 organizzavo nella scuola media la mostra Conoscere per salvare - La chiesa della Villa di Verzuolo. finalizzata alla salvezza del campanile romanico della chiesa dei Ss Filippo e Giacomo, sentivo l' urgenza di proporre a livello educativo e sociale il discorso della salvezza dei beni culturali. In quegli anni si formulavano le prime concrete leggi per la tutela di questi Beni, tuttavia le proposte positive per il restauro e quelle culturali, nella programmazione scolastica, procedevano ancora a rilento. Sentivo di dover realizzare con gli alunni, a Verzuolo e poi a Busca, quelle mostre per la conoscenza e per il restauro di questi Beni. Il mio sguardo però andava oltre la dimensione artistica, era uno sguardo su un futuro che mi si prospettava inspiegabilmente inquietante. E' vero, era già iniziata l'immigrazione mussulmana, ma niente di negativo poteva destare timori, tuttavia sentivo come fosse indispensabile sviluppare, concretamente, la sensibilità della conservazione dei Beni culturali, non solo per il loro intrinseco valore artistico, ma anche perchè quel bene era e sarebbe diventato testimonianza della nostra identità culturale cristiana, qualunque cosa potesse accadere in futuro. Ero tuttavia ben lontana dall'intuire le attuali tragedie che, mentre producono sterminio ed esodo doloroso di popolazioni intere, si abbattono su edifici millenari cristiani e non. Questi fatti - che sono espressione di una ideologia selvaggia distruttiva, che tradisce anche l'Islam e ogni valore culturale del passato - giustificano oggi, quella mia strana inquietante sensazione

La distruzione del monastero di Qaryatain e le distruzioni operate a decine, ai danni del ricco patrimonio culturale della Siria, è quanto di più tragico poteva pensare una mente folle contro l'umanità, contro l'anima dell'umanità. Una pulizia etnica che, partendo dalla crudele eliminazione fisica di chi si oppone, arriva alla distruzione dell'anima del popolo e della sua storia: la cancellazione di quel patrimonio artistico e culturale, che può rendere visibile una identità culturale odiata. La distruzione di quei beni, che sono le radici di un popolo, della sua vita sociale intima e religiosa, è espressione di una tragica perversione: la crudeltà sadica che supera la stessa uccisione fisica, perchè vuol uccidere l'anima. La volontà di stroncare perfino il ricordo dall'anima della gente. Infatti si può vivere in una nazione atea che magari non permette di professare i valori religiosi, ma se restano i suoi beni cultuali: monasteri e chiese, il credente può almeno contemplarli con nostalgia per la passata libertà di culto, nella speranza che quei tempi ritornino. Invece l'Isis vuol andare oltre, per punire i cristiani e chi non condivide la sua lucida follia, uccide anche i luoghi espressione dell' anima credente.

Certo anche nel secolo scorso qualcosa di analogo era capitato in Albania, paese che Enver Hoxha, aveva proclamato il più ateo d'Europa. Le numerose stupende basiliche bizantine - quelle sopravvissute alla devastazione turca ottomana dei secoli precedenti, venivano distrutte perchè inutili realtà di un cristianesimo che non ci sarebbe stato più. La storia ha corsi e ricorsi ma oggi la situazione è ancora più grave perchè ha il colore nero di una punizione perversa e sadica. Leggere quanto è avvenuto in Siria è sconvolgente: I combattenti islamisti hanno mostrato come un trofeo sul web le immagini delle ruspe in azione contro il Monastero compresa la tomba di Sant'Elian, martire del 285 d.C. La tomba è stata aperta profanata, distrutte le reliquie. La ruspe hanno ridotto in rovine la chiesa a tre navate nelle cui sale, con le mura coperte di straordinari affreschi del sec VI, erano custodite sculture e manoscritti millenari: una giusta punizione (secondo gli Isis) per il culto di un idolo che andava cancellato (La stampa 22.8.015 p 5). Solo i preziosi libri manoscritti sono stati prelevati perchè utilissimi al commercio clandestino

Ma cos'era questo monastero cristiano Mar Elian (Sant'Elian) l'ultimo tra i tanti distrutti in Siria? Il complesso era stato fondato nel 432; le sale del monastero ricche di dipinti del sec VI, erano diventate da tempo luogo di accoglienza e di protezione per centinaia di profughi cristiani e mussulmani qui ospitati allo scoppio della guerra civile. Queste persone furono poi sequestrate uccise o trasferite in centri islamisti: oppure fortunosamente fuggite in Occidente, nel tragico esodo di cui la Tv ci mostra i momenti più drammatici.

Quel monastero di Mar Elian costruito tra IV e V secolo e affidato alla Chiesa siro-cattolica, era stato restaurato dai monaci di Deir Mar Musa, la comunità fondata in Siria dal gesuita P.Paolo dell'Oglio sequestrato due anni fa e scomparso nel nulla; era un sacerdote che si univa ai musulmani nel digiuno del Ramadan e aveva scelto di dare la vita per la salvezza dei musulmani. Attualmente il monastero era retto da padre Jaques Murat anch'egli sequestrato come dell'Oglio e scomparso. Se questi sacerdoti sono ancora vivi, gli islamisti non hanno certo risparmiato loro il crudele spettacolo di quella distruzione. La precisione con cui questi jihadisti sanno colpire al cuore le più intime devozioni cristiane sorprende e inquieta. Sant' Elian era un ufficiale romano ucciso dal padre nel 284 per non aver rinunciato alla sua fede. Un suggerimento più che efficace per il cruento estremismo islamista. Nessuno di noi, oggi, può sottrarsi a sensazioni inquietanti e alla paura di un futuro allarmante. Con i giovani passati all'Isis, l'Europa, l'Italia, Roma è nei programmi distruttivi della furia iconoclastica del califfato nero.

E il mondo cosa fa? Oltre ai droni sulle postazioni Isis? L'Europa nonostante le attuali aperture della Merkel, sembra troppo occupata a mettere al sicuro i propri soldi contro il pericolo dell'invasione dei profughi, per pensare al modo di fermare quel pericolo nero ancora lontano da noi. Invece il Consiglio di Sicurezza dell'ONU sta elaborando un piano d'azione per porre fine a tutto questa persecuzione e preservare la ricchezza e la diversità etnica e religiosa del Medio oriente, un piano attuabile con la riunione del Consiglio di Sicurezza di settembre. Per i Beni culturali: gli archeologi raccolgono materiale fotografico, come rivela The Times, mettendo a punto un piano per salvare quell'immenso patrimonio artistico e culturale dalla furia iconoclasta dell'Isis con migliaia di piccoli droni a basso costo dotati, di telecamere 3D per fotografare la maggior quantità possibile di reperti e opere. Un progetto  dell'Institute for Digital Archaeology (IDA) di Oxford insieme all'Unesco.(da To Day 31 agosto)

E noi, individualmente, che cosa facciamo oltre ad avere paura? Anche noi possiamo fare qualcosa: ad esempio possiamo firmare e divulgare le petizioni che ci arrivano internet da CitizenGo e simili, dove si chiede al Consiglio di Sicurezza ONU di mantenere quanto promesso e di agire concretamente a difesa dei cristiani e delle altre minoranze religiose perseguitate. (http: //www.citizengo.org/it/28177-stop-ai-massacri-delle-minoranze-libia-siria-ed-egitto) Infine possiamo riprendere un'antica efficace misura alla portata di tutti: la preghiera. Nel 1571 la crociata del Rosario voluta da Pio V aveva fermato i turchi ottomani a Lepanto. Noi non sappiamo cosa fare, ma tutti quanti possiamo pregare, affinchè la forza di Dio possa, con il suo stile meraviglioso, intervenire, magari ad arrestare la mente dei folli, o dare agli uomini civili le idee giuste e la volontà per fermare finalmente la carneficina dei credenti e del loro patrimonio artistico e spirituale.

Mirella Lovisolo

 

 



Per informazioni e approfondimenti contattaci: mirellalovisolo@gmail.com

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