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STORIA ARTE FEDE NELLA NOSTRA PARROCCHIA : L’ASSUNTA

LA BALAUSTRA DELLA SS. TRINITA’ di BUSCA

 

 

 

 La balaustra è una stupenda struttura architettonico-scultorea, che separa in armonioso  andamento curvilineo, il presbiterio della chiesa dalla navata, è un elemento di grande valore artistico e storico, restaurata nel corso del 2002.

L’opera,  che un cancelletto di ferro battuto completava con eleganza,  venne realizzata nel 1738 un anno dopo la creazione del grande dipinto absidale di Giuseppe Delamano con l’incoronazione di Maria. Il disegno era dello scultore luganese Antonio Bionda  di Cuneo, che la portò a compimento al prezzo di  lire 355 (F.Fino –Busca nel700 p.210).

La balaustra, di cui l’ osservatore  coglie la bellezza  e il cromatismo del materiale, è stata realizzata a blocchetti col prezioso  alabastro di Busca, il bellissimo marmo rosa riccamente variegato, che si estraeva a partire dal 1500 nelle cave ormai esaurite  sul versante orientale della collina dell’Eremo, a quota 650 metri. La località è molto suggestiva,  nel sito di una delle cave  resta  la stretta spaccatura  - una specie di ‘orrido’ - della profondità di circa 30 metri. 

Molto bello, ma delicato, quello di Busca è  stato definito ”un magnifico alabastro orientale, tipico, agatato e ondulato, a tinte calde dal giallo chiaro al lionato scuro, con parti anche candide e anche paonazze e dà superbo effetto sia nel taglio trasversale che in quello longitudinale specialmente quando mostra chiazze frequenti paonazze e bianche diafane” (V.Bonadè-Bottino- Notizie sulle cave di Busca Torino 1911 in Occelli –Busca nei tempi antichi e moderni pp11,12)

 Dal 1620  le cave appartennero al Principe di Carignano Amedeo di Savoia; nel 1814 passarono al Demanio, nel 1879 al Senatore Carlo Brunet di Cuneo. In seguito passarono a privati sino al momento della cessazione dell’attività avvenuta – come dice il Sig. Frediano Rosso figlio del proprietario di una delle cave,  nel 1963.

L’alabastro buschese, il cui colore caldo impreziosisce la struttura, era molto ricercato in Piemonte e fuori Piemonte nell’arredamento di case private - strutture e suppellettili decorative,  camini  ecc. - ma soprattutto  negli altari delle  chiese, come in quello della Parrocchia; qui anche la balaustra è stata  realizzata in blocchetti dello stesso marmo di una particolare venatura che riproduce il legno di noce.

Troviamo l’alabastro di Busca anche nella Basilica di Superga a Torino, nella cripta delle tombe  dei Savoia, in particolare nella tomba del Re Carlo Alberto.

 

Il restauro della  preziosa balaustra della Rossa viene  realizzato dalla Ditta ARTES di Bra che ha condotto l’intero recupero della facciata e delle parti interne  e con la restauratrice in ”pietre dure” Sara Milano diplomata a Firenze. E’ stato condotto un lavoro di  ripulitura della balaustra e degli scalini di pietra bianca di accesso; la rimozione di inadeguate vecchie stuccature, è stata  realizzata una successiva nuova stuccatura delle  lesionature e sbrecciature delle varie parti, il  consolidamento dell’impianto dei pilastrini e infine, la lucidatura conclusiva.

 

 

 

 

 

 



Per informazioni e approfondimenti contattaci: mirellalovisolo@gmail.com

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