MILLI CHEGAI,
IL MUSEO MALLE’ E LE RELIQUIE
La
scomparsa di Milli Chegai ha sorpreso molti dei suoi colleghi
e amici che, come me, avevano sperato o si erano illusi che quella vita in
piena attività potesse continuare. La cerimonia di commiato, lunedi 5 aprile 2004, alla presenza della città di Dronero, le autorità, il Marcovaldo
e gli amici, realizzata secondo il desiderio di Milli, è stata segnata dalla
commozione e dalla profonda riflessione di molti, mentre una preghiera intima e
profonda nel grande
silenzio, vivificava l’assemblea convenuta.
Il
sagrato della Chiesa dei Cappuccini dedicata all’Immacolata - quella chiesa
tanto amata dalla famiglia Mallè, la cui casa è
diventata oggi, per opera della prof. Milli Chegai,
un Museo di notevole importanza - accoglieva come il grembo d’una
madre il feretro al riparo del traffico cittadino. Mentre
il Presidente del Marcovaldo Dott.
Fabrizio Pellegrino ricordava la personalità, il lavoro e la collaborazione di
Milli, il pensiero inevitabilmente correva alla sua ultima uscita in pubblico,
per l’ultima opera che in quel momento si caricava d’un significato trascendente
il momento d’estremo saluto.
L’8 dicembre 2003, il Museo Mallè
del Comune di Dronero affidava alla chiesa dei
Cappuccini, tramite la prof. Chegai, una collezione
di reliquie che erano state di proprietà della famiglia Mallè
e custodite nel Museo.
Luigi Mallè, laureato in
giurisprudenza e scienze politiche e poi in storia dell’arte con Anna Maria Brizio, Mario Salmi e Lionello venturi, era una
personalità dalle vaste conoscenze che promosse numerose mostre sull’arte
piemontese e contemporanea, realizzando una notevole collezione di opere
(dipinti mobili, porcellane stampe) nella sua casa di Dronero,
da lui donata nel 1976 al Comune perché vi costituisse un museo al suo nome.
Inaugurata nel 1995 La Casa-Museo fu e affidata alla curatrice Prof. Milli Chegai.
Luigi
Mallè era di una famiglia tradizionalmente molto
religiosa come testimoniano le vocazioni sacerdotali e religiose in famiglia,
gli arredi a soggetto sacro e la presenza di una nutrita raccolta di reliquie
conservata nell’armadio del mobile altare su cui, con autorizzazione del
Papa, la famiglia aveva il privilegio di poter celebrare privatamente la Messa.

Mentre
tutto nella Casa Mallè veniva ad assumere la giusta
collocazione per una realtà museale davvero
importante, la presenza anomala delle reliquie -“reperti” di natura diversa -
creava disagio nella Curatrice che, rigorosa e precisa, non era soddisfatta finchè il “suo” museo non avesse dato loro degna
collocazione.
Fu
l’ultima opera perseguita con la solita caparbietà dalla Prof.Chegai
in collaborazione con Don Pierino Conte, ordinario di Storia medioevale alla
Cattolica di Milano e con Zelda Beltramo,
la sua giovane preziosa collaboratrice.
Nella festa dell’Immacolata del 2003 ebbe
luogo l’inaugurazione della nuova collocazione nella chiesa dei Cappuccini alla
presenza di Milli che volle illustrare le ragioni della scelta: ”Per anni
quelle reliquie sono rimaste, chiuse nei loro involucri, in contenitori di
fortuna, passando dagli imballaggi ai ripiani degli scaffali del deposito per approdare
infine nel mobile altare… Una collocazione – prosegue la Prof.
Milli - comunque sempre precaria e poco soddisfacente, che non ne garantiva una
corretta conservazione né una sistemazione dignitosa rispondente alla loro
specificità. Il persistente disagio che provavo per questa situazione ha fatto
maturare in me l’idea che la soluzione più corretta e logica sarebbe stata
quella di affidare la collezione al suo custode più naturale: la Chiesa.
Come
tutto l’insieme delle collezioni del Museo anche le reliquie sono dei droneresi che, per quanto possibile credenti o meno, hanno
diritto di poterle vedere…dato il profondo legame che ha sempre unito i Mallè a questa piccola chiesa francescana, questa decisione
mi è parsa l’unico modo possibile per dare dignità e rispetto a qualcosa che,
oltre il semplice oggetto da collezione, per chi crede, si riveste di ulteriori
e più importanti significati”
Le
reliquie trasferite nella cappella dell’Immacolata a destra dell’ingresso della
chiesa, sono piccoli frammenti ossei o parte di indumenti di santi molto noti.
Undici di esse, munite di autentica, sono state collocate in un quadro
reliquiario, altre trentuno prive di autentica si trovano di fronte, in un
altro riquadro reliquiario. Della collezione fa parte anche una grande reliquia
di Don Bernardo Mattio, arciprete e amico della
famiglia Mallè, morto in concetto di santità e del
quale è in corso la causa di canonizzazione.
Quella
cerimonia fu molto commovente, con la presenza di quella donna ammalata, ma
decisa a compiere sino in fondo l’opera che le stava a cuore.
Lunedi,
sul sagrato davanti al feretro, Don Graziano Einaudi
prima di procedere alla benedizione che la Chegai
aveva desiderato da lui pur nella forma laica del funerale, volle ringraziare
la Professoressa per la sua opera in favore dei beni ecclesiastici della valle
e per la sua collaborazione alla realizzazione del Museo di Acceglio
da lui voluto e creato, ricordando come Milli, aveva cercato nella sua vita la
Presenza di Dio per senza giungere ad incontrarlo.
Davanti
a quella chiesa, nella riflessione, i due fatti si collegavano: certamente i
santi le cui reliquie Milli aveva voluto così bene collocate, avranno
accompagnato la loro amica nell’ultima impresa della sua vita.
CORRIERE
DI SALUZZO 16 APRILE 2004