PURGATORIO?
E se quell'altra vita di cui mi
hanno parlato da ragazzo e se ci fosse quest'altra vita?
Le feste dei Santi e la commemorazione dei defunti che ricorrono ogni anno ai
primi di novembre, ripropongono anche a coloro che si preferiscono agnostici,
l'interrogativo dell'Innominato di Manzoni; il ricordo dolce e sofferto di quei
cari che ci hanno preceduti nella
morte, rende inevitabile la riflessione
sul senso della vita e sul destino dell'uomo dopo la morte. Un pensiero forse scomodo e
inutile per alcuni, da rimuovere appena tornati dal cimitero, ma che per molti
è invece la riflessione più sensata: la morte è l'unica certezza per l'uomo.
Una realtà, che si oppone al profondo bisogno di vita e di gioia insito in
ciascuno di noi, un bisogno fondamentale, che chiede soddisfazione e risposta.
Da sempre l'arte visualizza la riflessione sulla dimensione
escatologica dell'uomo, quell'Aldilà di cui non si conosce nulla se non ciò che
ha detto Gesù: I giusti andranno alla
vita eterna (Mt,25,46) e la raffigura con le immagini simboliche che Lui
ha usato: Cielo, vita, luce, banchetto di nozze, casa del Padre, Gerusalemme celeste,
Paradiso. Geenna
I dipinti quattrocenteschi sull'aldilà che rappresentano la
situazione dell'altra vita era stata descritta con esuberante fantasia della letteratura del
sec. XIII-XIV, il poema di Dante, il Libro delle Tre Scritture di Bonvesin da la Riva e altri
ancora. La Chiesa, sulla base delle fonti bibliche, definiva sobriamente, senza
indicazioni spazio-temporali la purificazione dopo la morte col nome di Purgatorio nel corso dei Concili di
Lione (1274), di Firenze (1438)e Trento (1563). Questo
terzo luogo, come lo definiva Lutero negandone d'esistenza, venne rappresentato dagli artisti,
sulla base delle descrizioni letterarie, con modalità diverse e quasi in
sordina. I pittori infatti potevano raffigurare, creativamente la situazione dei dannati e dei
beati ben identificabile, non cos ì il Purgatorio di cui la S.Scrittura
tratta in modo meno esplicito.
Una costante nelle raffigurazioni sul Purgatorio è
certamente la presenza del fuoco. Negli affreschi tardomedioevalicome nei Biazaci
a S.Bernardino di Albenga, del 1483 il luogo infuocato compare al di fuori della grande
Città Celeste e campisce un consistente spazio. Nei dipinti dei secoli
successivi il tema del Purgatorio appare, in un'altra concezione spaziale, nelle
pale seicentesche accanto ai santi intercessori e soprattutto alla figura di
Maria
Il bel dipinto, finora trascurato dagli studi della navata destra del santuario di S.Maria
delle Grazie ex chiesa dei cappuccini di Saluzzo, opera di Bartolomeo Caravoglia, metà
del XVII secolo, raffigura i santi Francesco e Antonio da Padova con le anime
purganti in adorazione della Sindone sorretta dalla Madonna Addolorata
affiancata a sinistra da S.Giuseppe a destra da S.Lucia e due altri santi identificabili con Giovanni
evangelista e Maria Maddalena. Nella bella composizione cromatica notevole è
l'accostamento di Maria Addolorata con la Sindone: la Madre addolorata offre l'immaigne del Figlio crocifisso per la salvezza dell'umanità sofferente, quale
grande stendardo che proclama la salvezza la speranza, la liberazione. L'icona sormonta una teca con una bellissima statua
di Cristo morto, molto in consonanza con il tema dell'icona. Anche in questo dipinto, come sempre,
le anime purganti appaiono immerse nel fuoco. Nei primi cinque secoli della
Chiesa, l'aggettivo fuoco purgatorio designa quell'Aldilà di espiazione e di prova di cui parla la Scrittura, in particolare alla prima lettera ai Corinti 3,15 di S.Paolo: Il fuoco
proverà quel che vale l'opera di ciascuno Ma
quale fuoco? E quale luogo? Esiste davvero il Purgatorio?
Paolo dice "Dio renderà a ciascuno
secondo le sue opere" (Lettera di S.Paolo ai Romani 2,6) I
Padri cos ì si sono espressi: Clemente Alessandrino (sec.II)
parla di
un fuoco che santifica e non consuma;
Ambrogio nel sec. IV commentando il Salmo
36 dice: se il Signore salva i suoi
servi, noi saremo salvati dalla fede, ma lo saremo attraverso il fuoco.
La prima convinzione dell'esistenza di uno stato di purificazione è la constatazione che pochi
muoiono, comparendo davanti a Dio nella purezza perfetta, nella piena maturità, l'uomo deve
essere purificato. Dio ha dato a tutti, nascendo, delle potenzialità e dei doni,
ma non tutti gli uomini sfruttano al massimo le loro capacità, né mettono a frutto le loro
potenzialità, molti possono giungere alla fine della loro vita non come uomini
pienamente maturi, bens ì come esseri umani incompleti imperfetti. è allora che Cristo rivolge
uno sguardo pieno di grazia e d'amore a quell'uomo che gli va incontro, uno
sguardo che gli penetra fin nell'intimo.All'uomo risulterà doloroso trovarsi
incompleto dinanzi allo sguardo d'amore di Cristo. Sarà amaro per lui
sciogliere istantaneamente tutto ciò che si è venuto aggrovigliando durante la
sua vita, con i suoi peccati. Per questo
motivo lo stato di Purgatorio è doloroso e questo dolore viene, espresso come fuoco
purificatore
Quanto tempo dura? Dopo la morte non esiste
il tempo, né trascorrono le ore, il Purgatorio non "dura" mesi o
anni, come a volte si pensa. E appena un istante, per cos ì dire, nel quale Dio
concede l'ultima grazia all'uomo per superare il suo egoismo e le mancanze
della sua vita. è l'istante nel quale l'uomo trasforma completamente la sua vita per
poter guardare Dio faccia a faccia e abbandonarsi a lui in un abbraccio eterno
E il suffragio? Le nostre preghiere, le nostre opere buone, gli atti d'amore che offriamo in loro
favore posso aiutare i defunti alla completezza dell'amore che mancava loro.
Il purgatorio è gioia. Santa Caterina da Genova scrive: Non credo ci sia felicità paragonabile a
quella di coloro che sono in Purgatorio, eccetto quella dei santi in Cielo.
Questo stato dovrebbe essere desiderato più che temuto, poiché le sue fiamme
sono fiamme di immenso amore e nostalgia Il Purgatorio è la splendida dottrina della
speranza cristiana. Insegna che
la morte non pone termine alle relazioni tra gli uomini, che questi possono continuare ad
aiutarsi, attraverso atti d'amore, così come facevano quando vivevano qui sulla
terra. Il Purgatorio è l'estremo grido che ci dice che l'amore è pi ù forte
della morte.
Bibliografia:
Ariel Alvares Valdés Cosa sappiamo della Bibbia?