EUCARISTIA E ARTE
L'eucaristia attraverso 2000 anni
nella
storia e nell'arte -Terza parte
Tabernacoli, Ostensori-Miracoli
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Gli
ebrei hanno un termine che designa
l'aspetto più santo della spiritualità ebraica: la shekhinà, che è la gloria,
cioè la presenza di Dio sul coperchio
dell'arca tra i cherubini ; l'Arca, che conteneva le tavole della legge, la
verga di Aronne e la manna, si trovava nel Santo dei Santi di Gerusalemme, davanti al quale bruciavano le lampade della menorà il candelabro
dalle sette braccia. Nelle sinagoghe gli
ebrei continuarono sempre a pregare rivolti verso Gerusalemme, anche dopo la distruzione del tempio.
I primi cristiani invece, pur uscendo dalla sinagoga ebraica, non pregavano rivolti verso
Gerusalemme , ma rivolti verso oriente, là dove
sorge il sole, simbolo di Cristo sole
di giustizia. La mensa, l'altare dove si spezza il
pane e si celebra la morte e risurrezione di Cristo, diventa la Shekhinà in cui, Dio
è presente e per amore, si fa cibo di vita eterna, pane vivo disceso dal
cielo (Gv 6,51)
Il simbolo più noto dell'Eucaristia, che nel
sec. XI assume la forma dell'ostia, diventerà nel 300 il trigramma del nome di Cristo( JHS= Gesù salvatore degli uomini)
proposto da S. Bernardino da Siena; un
simbolo molto diffuso, presente anche a Saluzzo.
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Trigramma del nome Gesù di S.Bernardino da Siena
Pinacoteca di Siena
Nell'altare,
luogo della celebrazione e simbolo di Cristo, come abbiamo visto, venivano collocate le reliquie dei testimoni, i martiri in
riferimento ad Ap.6,9. Erano conservate in cassette di legno e avorio le capselle; alcune di
queste sono opere di alto valore storico e artistico, come la capsella di Samagher (Venezia
Museo Archeologico) e la Lipsanoteca di Brescia. Dal
sec. IX le reliquie vennero spesso collocate in un'urna sopraelevata sull'altare, su cui
si innalza un piccolo padiglione d'onore; nelle chiese gotiche francesi quest'uso
è molto frequente.
Siccome non tutte le chiese avevano le
reliquie, in mancanza di queste, sull'altare, venivano
poste delle icone e delle statue sino a creare strutture a dossale di grandi proporzioni, spesso con sportelli apribili, dipinti all'esterno e all'interno.
Un uso che si generalizzò e di cui abbiamo un notevole esempio a Staffarda nel
polittico di Pascale Oddone del 1531.
Un'altra
struttura di grande interesse è ancora visibile in chiese di influenza
bizantina. E' l'iconostasi che in S.Marco a Venezia che presenta i 12 apostoli, opera trecentesca di Jacobello
e Pierpaolo delle Masegne; oppure il pontile, o jubè, come quello bellissimo del Duomo di Modena con
l'Ultima Cena scolpita da Bonino da Campione.
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Abbazia di Staffarda.
Abside con il
Polittico di Pascale
Oddone 1531
Queste
strutture che erano presenti nella maggioranza delle chiese, vennero distrutte nel 1600 (anche per influenza della
riforma luterana). L'iconostasi costituiva lo sviluppo del cancello originario
di separazione tra il presbiterio dalla navata che, ampliandosi, divenne un vero diaframma e
rese impossibile ai fedeli la
partecipazione alla celebrazione eucaristica. E, mentre il timore dell'inadeguatezza allontanava i
fedeli, ormai separati dall'azione liturgica, dalla pratica della Comunione,
emergeva nel popolo - sensibilizzato all'amore di Cristo dalla predicazione sulla
Passione - il desiderio di vedere
l'Ostia consacrata, la Vittima del
sacrificio. Si crearono allora
pissidi trasparenti di vetro prezioso,
ma soprattutto venne introdotto nella Messa dopo la
Consacrazione, il rito dell'Elevazione dell'ostia e poi del calice, come appare in una formella di Maso di Banco (trecentesco scolaro di Giotto), che si
trova del Museo dell'Opera di Firenze.
Con
l'eresia di Berengario di Tour (1088), che metteva in dubbio la presenza di Cristo nell'Eucaristia, venne istituita nel sec.XIII la
Festa e la Processione del Corpus
Domini, ispirata da S.Giuliana di Liegi a Urbano IV, in seguito al miracolo di Bolsena.
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Questo
fatto miracoloso, che segue quello accaduto a Lanciano nell'VIII secolo, avvenne nel 1263 quando l'ostia spezzata
dal sacerdote Pietro di Praga, dubbioso sulla presenza di Cristo, sprizzò
sangue vivo. Il corporale macchiato in
quella Messa, venne conservato ad Orvieto nella
splendida cattedrale gotica, appositamente costruita nel 1309-1330 e sottilmente decorata da Lorenzo Maitani.
Il fatto di Bolsena venne rappresentato da Raffaello nelle Stanze
Vaticane nel 1512.
Dalla fede
vivissima nell'Eucarestia accaddero altri
fenomeni mistici, come quelli di Torino
alla chiesa del Monte dei Cappuccini il cui tabernacolo della reca ancora il segno dello scasso dei ladri allontanati da una fiamma
improvvisamente uscita dalla porticina. Sempre a Torino, la Chiesa del Corpus
Domini sorse sul luogo di un miracolo eucaristico
avvenuto il 6 giugno 1453.
L'adorazione
eucaristica, l'esposizione prolungata del SS
Sacramento, le S. Quarantore (che nella
diocesi di Saluzzo vennero istituite dal Beato Giovanni Giovenale Ancina
nel 1603 a Verzuolo), diedero un impulso
straordinario alla costruzione degli ostensori che comparvero in Germania
nel sec. XIV. Sono preziosissime opere di
oreficeria, oggi conservate
presso i Musei delle Cattedrali. Alle
volte l'ostensorio raggiungeva le
dimensioni di alcuni metri come quella del Duomo di
Genova. Nel 1600 per le processioni del
Corpus Domini, l'ostensorio assunse la forma del sole
raggiante giunta sino a noi.
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ostensorio antico conserva le ostie del miracolo
di Siena
Il dramma della Riforma Luterana che spoglia le chiese delle immagini e di ogni superflua decorazione,
spoglia altresì gli edifici di culto
della presenza di Cristo Eucaristia per privilegiare, nella fredda nudità dell'ambiente, la Parola e il canto.
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La Chiesa
cattolica, che in epoca rinascimentale aveva semplificato l'esuberanza gotica sul modello
dell'essenzialità classica, alla fine
del 500, reagendo alla Riforma, rifonda
un'arte di gusto popolare, il Manierismo strutturato sull'esigenza liturgica.Presto lo stile si diffuse, ma si ampliò nelle forme scenografiche sino a sfociare nel trionfalismo
barocco dove l'oro, il colore, la
suggestione luministica, esprime ed esalta nella chiesa, la Divina Presenza
dell'Eucaristia, custodita nel tabernacolo dell'altare.
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VIGNOLA Chiesa del Gesù prototipo di chiesa Manierista
rifonda
un'arte di gusto popolare rifonda un'arte di gusto popolare rifonda un'arte di
gusto popolare Fino al IX secolo
il tabernacolo -
termine che significa tenda - non
c'era; l'Eucaristia era custodita in sagrestia o nelle colombe eucaristiche
del ciborio, nel sec. XIII era collocato
in apposite edicole murali. Nel 1600 S.Carlo Borromeo accolse per
la sua diocesi la proposta di porre il
tabernacolo sull'altare. In seguito,
tale uso venne caldeggiato dal papa, finchè,
nell'800, il tabernacolo sull'altare inserito nel ricco dossale, divenne l'unica forma di custodia e assunse
talvolta la forma di tempietto.
Dopo le vicende dei secoli successivi, il concilio Vaticano II togliendo ciò che era stato meno utilmente
aggiunto, semplificherà le strutture e
l'altare, sobriamente concepito come alle origini, tornerà ad essere il
centro intorno a cui si riunisce l'assemblea dei fedeli per
celebrare la cena del Signore, la
Messa.
La conservazione eucaristica, avrà una collocazione propria nell'apposita
cappella dell'adorazione. Nella maggioranza delle nuove chiese, la luce, simbolo di Cristo luce del mondo irrompe suggestiva, come nella Cappella di Ronchamp di Le Corbusier, o riempie le chiese come il canto
altissimo di una nuova spiritualità, con
l'immaterialità cromatica e luminosa delle vetrate colorate di Matisse a Vence e di Costantino
Ruggeri nella Chiesa del Divino Amore di Roma.
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Concludiamo
la nostra indagine volgendo, dal nostro tempo post-moderno, uno sguardo
prospettico a questi secoli di cristianità. Attraverso le sovrastrutture del tempo, ci
appare il punto focale, la costante: Cristo, pane spezzato, è presente da 20 secoli sugli altari della Chiesa come sulla mensa della comunità
del primo secolo, quando Paolo esortava i Corinzi: Il Signore Gesù
nella notte in cui fu tradito, prese il pane, rese grazie, lo spezzò e disse
Questo è il mio corpo che è per voi fate questo(1Cor.11,23-25) Io sono con
voi tutti i giorni sino alla fine del mondo (Mt.28,20)
CORRIERE DI SALUZZO 31 MAGGIO 2002
BIBLIOGRAFIA
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J.Plazaola Arte cristiana nel tempo S.Paolo 2001
Immagine e
mistero 1997 Electakk
J.Hani Il Simbolismo del tempio cristiano
Luoghi
dell'Infinito Avvenire giugno 2000
M.Righetti Storia Liturgica 3° edizione 1964 Ancora