EUCARISTIA (I° PARTE). La prime raffigurazioni
nelle catacombe
L'EUCARISTIA E L'ARTE. La costante del pesce, simbolo
di Cristo
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Un locale
sotterraneo diviso da un arco, mostra sulle pareti affreschi che risalgono alla metà del II
secolo d.C dove, tra festoni e
ghirlande, sono raffigurati episodi biblici. Nell'arco della nicchia centrale che conclude
l'ambiente è dipinta, su uno sfondo rosso pompeiano, una mensa presso la quale
sono disposte sette figure: cinque uomini adagiati sul divano tricliniare, una donna seduta col capo velato e
all'estremità destra, nel posto d'onore, un uomo che indossa tunica e pallio; è seduto, ha le braccia protese
sulla mensa e compie l'atto di spezzare il pane. Davanti a
lui un calice, un piatto con due pesci e
un altro piatto con cinque pani. Ai lati della mensa
sette ceste contenenti dei pani: tre da
una parte quattro dall'altra.
Non si
tratta di un rito esoterico, ma
della FRACTIO PANIS (spezzare il pane),della Cappella greca nella Catacomba di Priscilla a Roma.
E' la più antica raffigurazione della
Cena Eucaristica rappresentata come veniva vissuta -
nel contesto di un banchetto in una casa
privata - dalle primissime comunità cristiane nel I e II secolo e come l'aveva
vissuta Gesù, quando nell'Ultima Cena donò, nel segno
del pane e del vino, il suo corpo che
stava per essere sacrificato come
agnello pasquale della Nuova Alleanza.
I cinque
pesci e le sette ceste di pane, rimandano alla moltiplicazione dei pani e dei pesci, il miracolo narrato
nei 4 Evangeli che si collega alla promessa di un pane
che non perisce: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita
eterna (Gv.6).
Il miracolo dei pani venne
assunto per alludere al Cibo Eucaristico nella decorazione dei sarcofagi dove,
mediante episodi biblici, era raffigurata la fede e della speranza in Cristo
risorto.
IL NOME
Spezzare il pane, il gesto compiuto da Gesù nell'Ultima Cena, divenne la prima denominazione della celebrazione
eucaristica (Atti 2,42); nel II secolo la Didachè parla della riunione nel giorno del
Signore(domenica) per spezzare il pane, ne parla Ignazio di Antiochia e, sempre nel II secolo Giustino che,
nell'inviare la sua Prima Apologia all'imperatore Antonino Pio, descrive lo svolgimento
dell'eucaristia nelle riunioni cristiane
della domenica. A queste assemblee fa riferimento nel 112 Plinio il Giovane, scrivendo a Traiano:
Hanno l'abitudine di riunirsi in un giorno stabilito, prima del levar del sole
e di cantare inni a Cristo come se si
trattasse di un dio(Ep.10,96)
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GERUSALEMME Il
Cenacolo -esterno
IL LUOGO
I Vangeli
Sinottici collocano l'ultima cena,
dove avvenne l'istituzione dell'Eucarestia, in una
sala al piano superiore addobbata con tappeti(Mc.14,15),
il cosiddetto Cenacolo. I sondaggi archeologici condotti da padre B. Bagatti a
Gerusalemme, hanno rivelato che nel luogo indicato oggi come il Cenacolo (una sala crociata medioevale) esiste traccia della sede di un antichissimo culto cristiano. E' quindi probabile che proprio in quest'area sorgesse la casa dove Gesù, in quella notte del 13 di Nisan dell'anno 30 o
33, abbia celebrato la sua ultima pasqua
terrena seguendo il rituale giudaico -
cena notturna, canto dell'hallel, i segni dei pani azzimi e delle coppe di
vino. Gesù
però anziché ripetere le parole tradizionali dell'Esodo, introdusse alcune nuove e sorprendenti dichiarazioni; spezzando il pane azzimo
disse: Questo è il mio corpo e sulla
coppa di vino: Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue poi con la solennità del comando aggiunse: Fate
questo in memoria di me(Lc.22,19).
LA MEMORIA
Fare memoria in senso biblico non è, secondo
le nostre concezioni, un semplice
riferimento al passato, ma è un rendere presente nell'oggi; infatti nel banchetto pasquale ebraico si
faceva memoria delle meraviglie operate dal Signore nella storia dell'alleanza,
la liberazione dalla schiavitù d'Egitto che la potenza dell'Altissimo rendeva
presenti ed efficaci per ciascuno dei presenti. Così nel memoriale della morte e
risurrezione di Cristo che oggi è la Messa, Cristo è realmente presente nel segno del pane e del vino che diventano il suo Corpo e il suo Sangue.
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EUCARISTIA
Chiamata
eucaristia, (che significa azione di grazie) la celebrazione diventa il momento
forte della chiesa nascente: Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli
apostoli nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere( At
2,42).
La Fractio panis raffigurata nella catacomba di Priscilla, si
trova anche nelle Cappelle dei
Sacramenti della catacomba di Callisto.
Nel cubicolo A6 un'ampia e animata cena emerge sul fondo
bianco, mentre nel cubicolo A3, appare in una stupenda sequenza la raffigurazione simbolica dell'evento della salvezza:
l'imposizione delle mani sul pane e sul pesce (consacrazione)e) accanto all'orante che è il simbolo della beatitudine
eterna. Segue la raffigurazione della mensa e la fractio
panis in un gruppo di sette persone (il numero sette è un numero simbolico e indica come tutti sono
chiamati alla salvezza) Segue il sacrificio di Isacco
nella terza scena, che costituisce la prefigurazione del sacrificio di Cristo e dell'Eucarestia.
Queste
immagini saranno ricorrenti anche nei
mosaici paleocristiani e ravennati (S.Vitale a Ravenna)
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IL PESCE
Una
costante di queste raffigurazioni è, ben evidente, il PESCE. Perché
il pesce? E' una immagine che concretizza visivamente
l'acrostato greco ICQUC (Gesù
Cristo di Dio Figlio Salvatore) diventato simbolo di Cristo e quindi
dell'essere cristiano.
Nella
cripta di Lucina (cubicolo Y) del complesso cimiteriale di S.Callisto,
troviamo il PESCE EUCARISTICO (fine sec.
II in.III)
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Sulla
parete del cubicolo, la cui volta è decorata secondo moduli classici, appaiono due pesci l'uno di fronte all'altro recanti sul dorso un cesto di vimini con cinque pani; nell'interno del cesto è racchiuso un
bicchiere di vino rosso. Il simbolismo eucaristico è esplicito: il pane e il
vino consacrati nella Messa
diventano ICQUC, cioè
corpo e sangue di Gesù Cristo Figlio di Dio
Salvatore.
A questa l'immagine ricorre Abercio nel
linguaggio simbolico della sua stele
sepolcrale (170c.) in cui parla del
pesce che, con pane e vino prezioso, viene preso in cibo con gli amici. La Stele di Pectorio
(trovata nel 1839 ad Autun) per 4 volte parla del pesce, cibo che viene preso con le
mani in un rimando all'uso di portare l'Eucarestia
in mano.
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Poco per
volta la cena conviviale collegata all'Eucarestia,
annuncio della morte e risurrezione
di Cristo e dove si compie - secondo la
descrizione degli Atti - la condivisione dei beni per i poveri, sarà celebrata dopo l'azione
eucaristica col nome di agape, per scomparire nel VI secolo quando la Chiesa è ormai una istituzione
pubblica.
L'arte, dopo aver espresso la toccante Eucarestia delle
origini, nei secoli successivi ne attualizza la
raffigurazione secondo quelle forme che, nei tempi nuovi, continuano ad esprimere la promessa di Cristo: sarò con voi tutti i giorni sino
alla fine del mondo (Mt.28,20)
CORRIERE DI SALUZZO 22 MARZO 2002
BIBLIOGRAFIA
FIOCCHI, BISCONTI, MAZZOLENI Le Catacombe cristiane di Roma Schnell & Steiner Germania 1998
F.MANCINELLI Catacombe e basiliche - Scala Firenze 1984
G.RAVASI I Vangeli di Pasqua Ed S.Paolo1993
BRUNO FORTE
Piccola introduzione ai Sacramenti - 1994 S.Paolo
A.G.MARTIMORT - La Chiesa in preghiera Introduzione alla liturgia Queriniana
1993
A.BARUFFA Le Catacombe di S.Callisto
- Editrice Vaticana Roma 1992
S.CARLETTI Guida alle Catacombe di Priscilla
1981 Pontificia commissione di Archeologia Sacra- Vaticano,Roma