Alle radici della cultura, dove iniziano il male e la
violenza.
L'UMANITA' FERITA E SALVATA
Il peccato originale a S.Salvatore
di Macra

S..Salvatore Macra
(CN) Eva e il serpente
Si dice ed è vero che il
male e le aberrazioni del comportamento umano siano esistiti da sempre, oggi
però appare una novità sconcertante: un clima culturale in cui il male non è
più male. Sembra essere venuto meno un parametro di riferimento sulla liceità
delle azioni umane, il bene e il male sono relativizzati al diritto
inalienabile delle proprie scelte. E' il primato dell'autonomia, della libertà
individuale, del proprio interesse, del profitto e dell'affermazione del se e, nella diffusa
inquietudine, resta senza risposta il
vero senso dell'esistenza umana.
In queste situazioni emergono interrogativi che ci rimandano alle radici della cultura, quando
l'uomo creato per la vita, per la
contemplazione dell'ineffabile, per la
solidarietà con tutti i viventi, introduce nel mondo il male e la
violenza.
Nel libro della Genesi questa realtà è rappresentato da Abele ucciso dall'invidia di Caino; un
racconto che è preceduto dalla scena della caduta dei Progenitori che, sedotti
dal serpente, diventano la
rappresentazione simbolica della libera
scelta del no a Dio, con la conseguente rottura dell'innocenza originale,
il dialogo col creato il Creatore; la condanna alla fatica e al dolore alla
morte.
Il racconto del libro della
Genesi è molto frequente nelle opere d'arte non solo di quelle medioevali ma anche in artisti contemporanei. Nei
primissimi secoli cristiani i soggetti rappresentati esprimevano la
gioiosa speranza nella vita che il
Salvatore, crocifisso e risorto, era venuto a
restituire per sempre all'uomo. Ma già nel sec.IV nelle catacombe, la rappresentazione degli eventi della
storia della salvezza inizia dall'immagine del
peccato originale. Nei secoli successivi appaiono i grandi racconti della
creazione di Venezia e Modena (per citarne solo alcuni), della Sistina di
Michelangelo e della Cappella Brancacci di Masaccio a
Firenze, sino alla grande opera contemporanea di Chagall a Nizza
In Provincia di Cuneo il
diffondersi dell'arte tardomedioevale sul sito di
precedenti dipinti, ci ha lasciato pochi, ma significativi
esempi. Primo fra tutti la Cappella di S. Salvatore ad
Alma Macra, il
ciclo romanico pur rovinato dalla
successiva apertura di finestre, è ancora leggibile nella sua stupenda
originalità.
Realizzato con la costruzione della cappella ad opera della prevostura di Oulx verso il 1220 -
1248, rappresenta sulla parete sinistra
Eva che, fortemente caratterizzata, accetta dal serpente
il frutto dall'albero della conoscenza del bene e del male. Nello scomparto
mediano appare una scena di battaglia. Sulla parete opposta si vede, purtroppo
frammentata, la danza di Salomè davanti a Erode, convitati e musici. Al di sotto la scena, molto
rovinata, in cui Abele e Caino offrono i loro doni. Si nota come gli episodi
non sono conseguenti secondo il criterio del racconto, ma sono collocati
secondo un criterio sapienziale, una finalità
didattica con l'utilizzo dell'allegoria. Dice Mario Perotti Tutta la Bibbia è
sintetizzata in questi episodi certo per
rimandare il catecumeno e il popolo di Dio alla visione gloriosa del Cristo
trionfatore della morte, effigiato splendido nella mandorla absidale accanto agli evangelisti e a gli apostoli. (M.Perotti
- Pittura dei secoli Barbari- in Cuneo Provincia Granda).
Il
tema trattato è quello della lotta tra il Bene e il Male che accompagna l'umanità ferita e la storia della salvezza sino all'Annuncio
dell'Incarnazione del Salvatore e alla sua glorificazione. La scena della battaglia, posta sotto la caduta di Eva
, secondo la Psicomachia di Prudenzio (IV secolo) simboleggia
la lotta tra la superbia e l'umiltà, e
si collega immediatamente alla scena
sovrastante: Puoi mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero
della conoscenza del bene e del male non ne devi mangiare perché moriresti (Gn2,14-17). Dio fa appello alla
libertà dell'uomo che non possiede in proprio la capacità di conoscere e che vi
partecipa alla luce della ragione naturale e della rivelazione. Ma il tentatore appellandosi all'ambizione dell'autonomia,
insinua: Non morirete affatto! Anzi quando voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio conoscendo il bene e il male.
Diventerete dunque sapienti, capaci di decidere il bene e il male. La tentazione è quella che sempre
cova nell'anima umana: fare liberamente esperienza e poi decidere ciò che per
me è bene o male a prescindere da Dio: così si diventa dio. Eva sempre nel discorso simbolico della Genesi, si lascia sedurre e a sua volta seduce. Seduzione al femminile,
per questo nei dipinti lo stesso volto del serpente ha il volto di Eva, mentre qui si
trova nell'allegorica scena di Salomè che con la sua
seduzione provoca la morte del Battista.
Con
la caduta la sapienza illusoria acquisita invece di
rendere l'uomo come Dio mette la prima
coppia in braccio alla fatica al dolore alla morte. I progenitori si accorsero di essere nudi cioè si accorsero
della loro povertà, la debolezza e la concupiscenza entrarono in loro.
L'uomo, da solo, sarà sempre posto di fronte ai limiti cui non può sottrarsi e che non
trovano risposta neppure nelle contemporanee teorie della New Age che prospettano la salvezza
illusoria nel confondersi con l'energia
cosmica.
Dio ha piantato sulla terra l'albero della
vita, ha fatto l'uomo per la vita e
l'uomo vi accede con la capacità discernere il bene, riconoscendo come regola Dio stesso, il
quale darà in dono quella sapienza che sfocia nella pienezza di una vita armoniosa. (M. Priotto
-lez.ISSR)
Il racconto della Genesi trova
l'epilogo nella Redenzione operata da
Cristo rappresentato in un'altra opera stupenda: l'immagine
paleocristiana nel mosaico del catino
absidale in S.Clemente a Roma.
Sul fondo d'oro splendente,
un albero come vite, si espande nell'universo luminoso in ampi racemi dove
dodici colombe - i credenti - salgono al
cielo. L'albero della vita dà origine, al centro, all'albero della croce sulla quale si offre il Crocifisso, circondato dalle colombe degli apostoli. Ai
piedi dell'albero un cervo si lancia su un enorme rettile: Cristo vincitore di
Satana attraverso la croce. L'uomo ferito dal peccato non è stato abbandonato;
sul suo cammino incontra la salvezza di Cristo nella cui croce si sintetizzano l'albero della vita e quello della conoscenza
del bene e del male, l'albero che apparirà nel cielo alla fine dei tempi
Allora vedrete il segno del figlio dell'uomo …venire con grande potenza e
gloria Mt 24,30.
La raffigurazione del GIUDIZIO UNIVERSALE
spesso viene collegata all'immagine delle origini.
L'uomo ha una legge scritta da Dio nel suo cuore secondo questa sarà
giudicato dice Paolo ai Romani (2,14-16)
All'inizio del dramma,
nel Giudizio Universale del Canavesio alla Madonna del Fontano
di Briga del 1492,
appare in primo piano l'albero della vita col grosso
serpente, accanto la figura di Salomone,
il saggio di Israele e S.Antonio, eremita asceta del
deserto. Questa immagine - al di là di una
interpretazione particolare data dal
cartiglio col rimando a Qoelet 1.3 - posta in primo piano sul grande Giudizio, sembra introdurre ed evidenziare la tragedia che si dispiega sullo sfondo, dove
Cristo ormai Signore si presenta col
segno della croce le stigmate. In quell'ambito, accanto alla gioia gloriosa dei salvati,
si consuma il destino tragico di chi non avendo accolto la salvezza di Cristo ne rifiuta
altresì l'accoglienza eterna. L'itinerario umano dalla prima caduta si snoda sino Giudizio
sino al compimento: la gioia della risurrezione per la vita eterna o la
disperazione della morte secunda conseguenza
della libera scelta del male.
Ecco io pongo davanti a te la vita e il
bene, la morte e il male scegli dunque la vita perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore tuo Dio Dt 30,15,20
CORRIERE DI SALUZZO febbraio 2003
BIBLIOGRAFIA
Opere citate
JAN VAN LAARHOVEN -Storia
dell'arte Cristiana - 1999 B.Mondatori - p 149
I Simboli del Medioevo -
1988 Jaca BooK
AVE APPIANO
- Le forme dell'immateriale - 1996 SEI
P.BENOIT AVENA - Notre Dames de Fontaines - 1989 - Martini Borgo S.Salmazzo