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ARTE E FEDE Mirella Lovisolo 7.12.017

L'IMMACOLATA. ZURBARÁN E TIEPOLO

 

La "donna vestita di sole", con la luna sotto i piedi e il capo coronato di dodici stelle, la "tutta bella", la "nuova Eva", sono alcune delle immagini con le quali i pittori hanno cercato di rappresentare il tema dell'Immacolata Concezione. Su questo tema, nei secoli, tra i teologi, c'è stato un dibattito che vedeva schierati da una parte i Francescani e i Benedettini che seguivano il pensiero di Sant'Anselmo e san Bonaventura e, dall'altra, i Domenicani, legati alla trattazione offerta da san Tommaso d'Aquino. Il francescano Giovanni Duns Scoto, doctor subtilis. elabora il concetto che Maria, in previsione dei  meriti futuri di Cristo, è stata preservata dalla macchia del peccato originale. Domenicani e tomisti invece, consideravano Maria concepita col peccato originale e successivamente redenta.

Il dibattito e le divergenze tra i teologi stava nel fatto che l'Immacolata Concezione di Maria non ha nella Sacra Scrittura un principio biblico diretto, anche se un fondamento si trova: tra i passi dell'Antico Testamento ci si richiama anzitutto alla Genesi che presenta la donna (Eva) come prefigurazione di Maria:" Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la tesa e tu le insidierai il calcagno (Gen 3,15) Nel Nuovo Testamento è dato speciale risalto a Lc 1,28, dove Maria è chiamata dall'angelo Gabriele "Piena di grazia",Lc 1,42, dove Sant'Elisabetta le dice: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo"

Nel Quattrocento Sisto IV, per mettere fine alle dispute tra "maculisti" e "immaculisti", istituì la Festa della Concezione, l'8 dicembre 1477, quasi quattro secoli prima del dogma emesso da Pio IX (8 dicembre 1854 bolla Ineffabilis Deus ) L'autenticità dell'affermazione dogmatica secondo cui la Vergine fu preservata dal peccato originale, venne ratificata da Maria stessa quattro anni dopo, apparendo a Lourdes alla giovane Bernardetta Soubirous: "Io sono l'Immacolata Concezione".

Il tema dell'Immacolata concezione iniziò ad apparire in opere artistiche fin da quando si accese il dibattito. Con la  Controriforma venne stabilita un'iconografia fissa legata al concetto che sarà dogmaticamente affermato.

Nel Seicento il maestro di Velázquez, Francisco Pacheco, in Arte de la Pintura del 1638 , teorizza l'iconografia nella visione dell'Apocalisse: "Si deve dipingere questa Signora nel fiore della sua età, da dodici a tredici anni, bellissima bambina con begli occhi e sguardo grave, naso e bocca perfettissimi e rosate le guance, i bellissimi i capelli lisci, color oro. Deve dipingersi con tonaca bianca e manto blu, vestita del sole". Anch'egli prevede serafini e altri angeli, le dodici stelle, una corona regale, la luna sotto i piedi. Farebbe solo a meno del dragone, "se possibile." Questa visione che si era già imposta continuerà, il tema pittorico dell'Immacolata, infatti, tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento gode di grande popolarità in Italia e, in modo speciale, in Spagna

Le indicazioni normative del Pacheco emergono nella tela che Francisco de Zurbarán aveva dipinto per il collegio religioso di Nostra Signora del Carmen de Jadraque, nel 1632.


In questa tela, infatti, troviamo magistralmente raffigurata l'Immacolata, con tutti i suoi attributi iconografici. Il primo dei simboli, il sole, come luce che si irradia da dietro la figura della Vergine, come una "donna vestita di sole" (Ap 12,1). Le dodici stelle ornano simbolicamente l'aureola, la quale si tramuta in una vera apoteosi di teste di cherubini sullo spazio celeste. L'immagine quasi statuaria della Vergine si colloca in uno spazio assolutamente ideale, che sta a metà tra cielo e terra. Il suo alone di luce irradia un caldo cumulo di nuvole, in cui spiccano quattro attributi mariani; tra squarci di nubi a sinistra si vede la Porta del Cielo, Porta coeli (Gen 28,17) e la Scala di Giacobbe o del cielo, Scala coeli (Gen 28,12) a destra la Stella del Mare, Stella maris 

Nella parte inferiore del dipinto un paesaggio che si stende come una marina, o un Ortus Conclusus (Ct 4, 12), nel quale crescono fiori di campo rossi e bianchi con gli elementi che si riferiscono alle litanie lauretane. Zurbarán dipinge questa tela come una visione;  mostra ai nostri occhi tutta la bellezza, lo splendore e la fragranza della natura immacolata di Maria e ci invita a rimanere con lei

Del sec XVII il dipinto commissionato a Giambattista Tiepolo ed eseguito tra il 1732-1734 per la chiesa francescana di Vicenza, ora al Museo Civco Vicentino, appartiene ancora a questo clima di dibattito, e celebra la vittoria della posizione francescana con la decisione di Clemente XI, nel 1708, di estendere alla Chiesa universale la celebrazione dell'Immacolata come festa di precetto. Tiepolo raffigura Maria come orante - con le mani giunte in atteggiamento di preghiera. è bella, in un abito bianco ricoperto del manto blu, perché figura della Chiesa, sposa di Cristo "senza macchia e senza ruga" il bianco dell'abito allude alla purezza umana, il blu all'elezione celeste che avvolge e sublima l'umano. Maria è la "piena di grazia". Maria è avvolta da Colui che è Sol iustitiae, "sole di giustizia" Cristo, perché preventivamente giustificata dai meriti della futura passione di Lui. La Donna "vestita di sole", ha sul capo una corona di dodici stelle: dodici, il numero dei figli di Giacobbe e degli Apostoli, delle tribù d'Israele e delle Chiese. Il suo sguardo è rivolto verso la terra; sotto ai piedi ha la luna, simbolo della natura umana soggetta al peccato. Al di sotto appare anche, il grande serpente che aveva ingannato un'altra donna, Eva. Maria è la nuova Eva, colei del quale Dio intimò al serpente: "Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno".

Tra i dipinti di autori meno noti, ma molto significativi troviamo a Busca (Cn) la grande pala dell'Immacolata tra santi conservata nella sagrestia della Confraternita della SS Annunziata. L'opera, che era con tutta probabilità l'antica pala principale della confraternita stessa prima della trasformazione settecentesca, presenta elementi iconografici notevoli: la Vergine è incoronata dal Bambino raffigurato con gli attributi del Creatore, il globo terrestre e lo scettro regale; al di sotto, in primo piano, quattro Santi francescani (i fautori dell'Immacolata Concezione): S. Bonaventura, S.Bernardino, S. Antonio, S. Ludovico da Tolosa. L'opera, venne attribuita prima al così detto "Maestro di Crissolo" poi al Molineri di Savigliano con la data: 1617. I quattro santi francescani raffigurati, rimandano ai forti rapporti della Confraternita con i francescani del convento di S.Maria degli Angeli di Busca; tra i santi, S.Bonaventura in evidenza, reca sul piviale l'immagine dell'Annunciazione e volgendo lo sguardo allo spettatore indica Maria. Tutta l'arte esalta Maria, la Madre che nella sua purezza originaria diventa anelito di autenticità e di salvezza per noi peccatori. Scrive Benedetto XVI:

Il mistero dell'Immacolata Concezione è fonte di luce interiore, di speranza e di conforto. In mezzo alle prove della vita e specialmente alle contraddizioni che l'uomo sperimenta dentro di sé e intorno a sé, MariaMadre di Cristo, ci dice che la Grazia è più grande del peccato, che la misericordia di Dio è più potente del male e sa trasformarlo in bene.

(Benedetto XVIAngelus8 dicembre 2010

 

 

 



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