CANDELORA?

Giotto Presentazione al tempio del
Signore- 1303-5 Padova, Cappella degli Scrovegni
Molti di noi tornando a casa
il due febbraio hanno trovato una candela nuova, magari decorata, che la moglie
o la mamma aveva ricevuto in Chiesa alla tradizionale
Candelora, una festa che la religiosità popolare sintetizza troppo alla
svelta nella candela benedetta che,
conservata a protezione della casa, si carica spesso di significati che
sconfinano nella superstizione.
Candelora una denominazione
che, anche sul piano onomatopeico, rimanda un po fastidiosamente a qualcosa
che sa di sacrestia e alla quale, penso, sarebbe bene dare una spolveratina dal momento che non spiega il senso reale di
questa ricorrenza.
Quella del 2 febbraio è infatti di una delle più importanti feste del
cristianesimo: la festa della luce di Cristo che è venuta nel mondo, una
celebrazione che conclude il ciclo delle festività Natale-Epifania
e ricorda due episodi narrati da Luca( 2,21-38): la circoncisione di Gesù, la sua presentazione al tempio di Gerusalemme con
lofferta delle due tortore e la purificazione della madre Maria,
secondo le prescrizioni dalla legge mosaica.
Il racconto è stato
rappresentato nel 1303-5 negli affreschi sulla vita di Cristo e di Maria della Cappella degli Scrovegni di Padova da Giotto, artista la cui pittura
innovativa essenziale e scabra, profondamente umana, è capace di parlare al
cuore di tutti, sapienti e analfabeti. Il riquadro che presenta, nellincontro
di Gesù e sua Madre col santo vecchio Simeone e la
profetessa Anna (le sole figure che la critica ritiene autografe di Giotto), è
uno dei momenti più alti di questo ciclo. I
protagonisti della scena sono disposti intorno alledicola che inquadra
laltare e raffigura il tempio di Gerusalemme. Le volumetriche figure di Giotto
(artista che introduce il tema dello sguardo) avvolte in manti vigorosamente
plastici, esaltano la dimensione emotiva e i sentimenti. Al centro della scena è Gesù
tempio della nuova alleanza che si sottomette allantico rito della
circoncisione, le braccia sono allargate in un atteggiamento che anticipa il
sacrificio sulla croce, ma insieme si allungano verso la madre come per non
staccarsi da lei e cercarne la protezione, presagendo il significato di questo evento. Simeone ha i tratti solenni degli antichi
patriarchi biblici e sul suo volto è la gioia di chi vede finalmente esaudite le sua attese. Con gli occhi socchiusi scruta a fondo il
mistero di quel bambino dove riconosce il Messia lungamente atteso, la salvezza
annunciata da Dio attraverso i profeti e che lo Spirito gli aveva promesso di
poter vedere. Egli prende in braccio Gesù e la sua
figura, sotto il manto che si accende di luce, sembra vibrare mentre la bocca
si apre nell appassionata benedizione al Dio fedele,
nel cantico di lode di ringraziamento: Ora lascia Signore che il tuo servo
vada in pace perché i miei occhi hanno
visto la tua salvezza preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per
illuminare le genti
Dietro di lui la profetessa
Anna, 84 anni, vedova, il volto scavato da profonde rughe, rappresenta Israele
che ritrova lo sposo. Con una mano stringe una pergamena scritta solo
parzialmente in attesa di essere completata dalla
venuta di Cristo parola definitiva del Padre; anche lei comincia ad annunciare a tutti che il Messia
redentore è finalmente arrivato. La gioia inonda la sua esistenza austera.
Il senso della festa del 2
febbraio è dunque la luce, Gesù, il sole che sorge per visitarci dallalto; il sole
adorato dai popoli identificato dai
cristiani con Cristo che Giovanni chiamò luce vera che illumina ogni
uomo(1,9). E mentre Matteo cita Isaia
9,1 nelloracolo messianico: il popolo che camminava nelle tenebre vide una gran luce, su
coloro che camminavano i terra tenebrosa una luce rifulseLc.
1,79 rimanda alla promessa di Dio in Malachia 3,20: Per voi invece cultori del
mio nome sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia
Gesù stesso si autodefinì luce e quando si avvicinò
lora della morte disse con maggior insistenza per poco la luce è con voi, camminate mentre avete la luce, perché non vi
sorprendano le tenebre. Mentre avete la luce credete nella luce per diventare
figli della luce io sono la luce sono venuto nel mondo perché chiunque crede in
me non rimanga nelle tenebre (Gv 12-35,36.46)
Più tardi Matteo
descrive la trasfigurazione luminosa di Gesù: il suo volto brillò come il sole e le sue
vesti divennero candide come la luce. (Mt 17,2) Una luce che Gesù
riversa anche su coloro che ascoltano la parola perchè anchessi diventino splendenti come il sole: Allora
i giusti splenderanno come il sole nel regno del padre loro (Mt 13,43)
Il destino del cristiano
illuminato nel Battesimo è quello di essere luce,
come la piccola candela, tante piccole candele che sin dal 450 d.C. accompagnavano
processionalmente la celebrazione della Presentazione al tempio del Signore. E
se nel sec. VIII la festa venne detta festa della
Purificazione di Maria santissima, nel 1969 ritrovò
il suo significato originario di Presentazione del Signore, pur conservando il
nome di Candelora alla processione dei ceri, le candele, simbolo della luce
di Cristo che il cristiano deve portare in tutto il mondo così risplenda la vostra luce davanti
agli uomini (Mt. 5,14)
CORRIERE DI SALUZZO 6 FEBBRAIO
2004
BIBLIOGRAFIA
A.G.MARTIMORT la
chiesa in preghiera - vol IV p 111
Elisabeth rees Simboli cristiani e antiche radici Sanpaolo 1994
Dal supplemento a Evangelizzare ottobre 2003 Presentazione di gesù al tempio
Alessandro Tolomei GIOTTO in
ART Dossier n.120 Ed
Giunti p 24