L'ASSUNTA Una
tradizione artistica molto popolare

Venezia S.Maria dei
Frari Tiziano, Assunta
L'arte ha
trovato da sempre ampi spazi di ispirazione nella raffigurazione della Madonna,
a cominciare dagli affreschi catacombali nel cimitero di Priscilla del II-III
secolo dove si trovano le prime immagini di Maria nell'Incarnazione di Cristo, l'evento che ha unito per sempre
la figura della Vergine Madre al mistero
della Trinità.
Le feste della Madre di Dio - comprese quelle relative alle apparizioni
approvate dalla Chiesa - sono numerose e presentano immagini sempre diverse di Maria; una realtà che induce spesso ad un'obiezione,
quasi che la Madonna non fosse sempre la
stessa o assumesse un look diverso per ogni occasione. La soluzione non è difficile: è arduo ricordare senza richiami visivi e simbolici; Maria sembra voler associare i suoi messaggi che
sono richiami al Vangelo - ad
un'immagine di sé ogni volta diversa, ricca di valore simbolico, quasi a facilitare visivamente, la comprensione. Così si ricordano i messaggi di Lourdes, di Fatima ecc. e così. Anche l'arte trova nuove chance
figurative.
La festa
dell'Assunta del 15 agosto, richiama alla mente una tradizione artistica molto
popolare. In realtà questa è una delle
feste mariane più antiche e accomuna cattolici e ortodossi. Dedicata alla fine
dell'esistenza terrena della Madre di Gesù, la festa ha assunto il nome di
Assunzione nel mondo occidentale e di Dormizione di Maria nelle Chiese
d'Oriente. Venne definita dogmaticamente
da Pio XII solo nel 1950 dopo un'ampia
ricerca storica sulla fede della chiesa antica e sul modo di sentire del popolo
cristiano.
La dottrina - dice il padre De Fiores insigne teologo e mariologo - si basa su un testo apocrifo che si fa
risalire al VI secolo al cui interno però si può trovare un nucleo essenziale
del II secolo. Si tratta di materiale
antichissimo vuol dire che già le prime comunità cristiane si interrogavano sulla
sorte di Maria. Un tema su cui i Vangeli tacciono perché sono concentrati su
Cristo: e allora, a supplire, arriva la fede dei primi cristiani.
Già nel V
secolo infatti, il 15 agosto si celebrava solennemente a Gerusalemme, la
festa della Divina Maternità (Theotokos) cui
l'Assunzione è direttamente collegata.
Con il
diffondersi della letteratura apocrifa
sul Transito di Maria, che annovera tra gli autori il vescovo Melitone di Sardi
del II secolo, numerosi pellegrini
affluivano sulla tomba della Vergine nella valle del Getsemani (una tomba vuota, ancora visibile oggi a
Gerusalemme) su cui Teodosio avrebbe costruito la basilica del Getsemani. Secondo studi recenti qui sarebbe cominciata, il 15 agosto agli inizi del VI secolo, la commemorazione della morte e glorificazione della
Vergine col nome Dormizione della Vergine
Maria.
Nel corso del VII secolo, la festa venne
accolta a Roma col nome di Assunzione e
divenne la più importante festa mariana dell'anno.

Le
prime raffigurazioni del Transito di Maria, posteriori
alle distruzioni iconoclaste, risalgono
in Oriente al sec.VII, in Occidente all'XI. Nel museo Nazionale di Monaco di
Baviera c'è un avorio dell'VIII secolo, rappresenta l'Assunzione corporea di Maria che, con le braccia
alzate nell'atteggiamento
dell'Orante, è in piedi sulla lastra
sepolcrale in procinto di sollevarsi
alla presenza degli Apostoli.

L'iconografia
più diffusa, quella orientale, si compie
di due momenti: la Dormitio (la morte) e l'Assumptio Animae e Assumptio
Corporis
(Assunzione corpo e anima). A Sampeyre di Stroppo, nella piccola stupenda
cappella della Natività del sec.XIV a destra dell'abside, troviamo, in mirabile
sintesi, i momenti salienti del racconto
apocrifo dello pseudo Giuseppe d'Arimatea, che ricalca specularmente il
racconto della morte e risurrezione di Gesù.
Narra che l'arcangelo Gabriele avrebbe
annunciato a Maria la sua morte porgendole un palmizio simbolo di vittoria.
Nella notte Maria, circondata dagli Apostoli giunti miracolosamente a Gerusalemme dai loro luoghi di missione, si addormenta nel sonno della morte. Cristo
accoglie l'anima di sua madre diventata come un bambino e la consegna agli
angeli. Durante la sepoltura Pietro e Paolo accompagnano il feretro, Giovanni
col palmizio precede la processione. Ecco che molti non credenti cercano di profanare il feretro, il sommo
sacerdote l'afferra per ribaltarlo, ma ha le mani tagliate e il popolo è accecato. Il sacerdote si converte, prega
Maria e guarisce insieme al popolo. La Vergine è posta nel sepolcro. Il terzo
giorno, riportata da Michele, l'anima di
Maria si ricongiunge al corpo, viene Cristo con le legioni celesti: la Madre è
assunta in cielo anima e corpo. Tommaso
che non aveva assistito ai funerali, incredulo del racconto degli apostoli,
apre il sepolcro e lo trova vuoto e profumato. Maria ascendendo al cielo gli getta la sua cintura
e Tommaso crede.
Il dipinto
di Stroppo presenta i due momenti; la Dormitio: Maria muore sul
cataletto circondata dagli apostoli e Gesù in mandorla accoglie la sua anima; l'Assumptio: Maria in anima e corpo viene portata, secondo il
modulo medioevale, dagli angeli in cielo
e lascia cadere la cintura a Tommaso
Nel XIV
secolo la scuola di Giotto, a Padova , sviluppa la propria forma iconografica
con una scena dell'Assunzione di Maria, nella Cappella degli Scrovegni ricca di umano afflato e insieme di un
dinamismo coinvolgente

Piani di Imperia
Chiesa dell'Assunta -Tommaso Biazaci - Trasporto del corpo Della Vergine
Significativo
poi, il ciclo dipinto nel santuario
dell'Assunta a Piani di Imperia da Tommaso Biazaci nel 1488.
La narrazione, oggi incompleta, presenta, come un racconto per immagini, il testo dello
pseudo Giuseppe d'Arimatea, suddiviso in scene racchiuse in riquadri e
illustrate da didascalie. Il racconto è preceduto, nel loggiato
sottostante, da una teoria di Sibille, le profetesse pagane che avevano
presagito il ruolo di Maria quale madre divina
Dal
Rinascimento in poi la raffigurazione dell'evento si concentra sempre più sul momento dell'Assunzione
corporea della Vergine con raffigurazioni fortemente coreografiche.

Parma Duomo
Correggio Assunzione di Maria
Tra quelle
più note l'opera grandiosa del Correggio
nella cupola del Duomo di Parma (1530); qui l'ascesa gloriosa della
Vergine si diffonde su tutta la superficie della cupola e si realizza in quel roteare lento e grandioso del corteo
angelico che trova soluzione in un
tripudio di armonia colore e luminosità
infinita.
Tiziano
nella splendida collocazione della chiesa di S.Maria dei Frari di Venezia
interpreta l'Assunta(1518), con le note
altissime e vibranti del rosso contrapposte alla cromatismo terreste degli
apostoli.
In
contrapposizione con queste opere, protagoniste del rinascimento maturo, si
pone la Morte della Vergine, raffigurazione tutta umana, realistica e trasgressiva, che Caravaggio,
pochi decenni più tardi, dipingerà a Roma per S.Maria della Scala in Trastevere.
L'opera di
Correggio e di Tiziano sarà il punto di riferimento per la grande stagione pittorica
settecentesca.
La nostra
provincia è ricchissima, di chiese con affreschi dedicate all'Assunta.
Basti ricordare il ciclo che nel 1775 Carlo
Scotti realizzava nel presbiterio della
parrocchiale di Busca. Un'opera dalla grandiosa risonanza spaziale che sintetizza il ciclo dell'Assunzione: nella zona inferiore dell'abside, gli Apostoli guardano pieni di stupore e di
sbigottimento il sepolcro vuoto e Maria che sale al cielo portata dal Figlio e da miriadi di angeli; in
alto il corteo luminoso apre l'architettura sull'infinito dove la SS. Trinità attende la Vergine per incoronarla. L'opera
si compie nel dinamismo plastico e
spaziale dei grandi artisti del
rinascimento, il cromatismo è settecentesco, mentre l'impianto compositivo è
già neoclassico.
Al termine
della sua vita terrena, l'Immacolata Madre di Dio, Maria sempre Vergine fu assunta alla gloria celeste in anima e
corpo. La definizione che Pio XII volle fare nel giorno di tutti i santi il I°
novembre 1950, spoglia il dogma dalle raffigurazioni apocrife e artistiche:
Maria è assunta cioè presa da Dio.
La Madre di Dio non poteva essere soggetta
alla corruzione. Cristo unì alla sua, la resurrezione della Madre e il suo
corpo glorioso - anticipazione del nostro destino - ci rivela che nel piano di
Dio nulla è vanificato: Gesù è il salvatore dell'intera persona umana.
CORRIERE DI SALUZZO settembre 2001
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