ARTE , RELIGIONE OSUPERSTIZIONE?

Giors Boneto di Paesana opera datata 1778
Hosentito in questi tempi un'affermazione
interessante: Oggi si è conclusa la fase dei pittori medioevali ed è iniziata quella
dei pittori popolari. Anche il gusto artistico è
certamente soggetto alla moda e questa viaggia sull'onda della voglia di
novità, dell'inquietudine e del pensiero del mondo contemporaneo. Dalla sensibilità neoclassica per l'arte aulicae i valori artistici assoluti del
Rinascimento, negli anni 70, sotto la spintadi movimenti culturali entropologici,
siamo approdati alla scoperta dei beni
culturali e ad accorgerci che arte era anche altro: quella dei grandi
primitivi medioevali e quella delle
cappelle locali connotate di sentimento religioso affrescate da artisti
quattrocenteschi sino ad allora sconosciuti. E ci siamo accorti che questa arte di bottega, per lo più priva di scuola, aveva quel di più imponderabile, quel che di
misterioso capace di pacificare l'anima
dagli stress del nostro razionalismo, in una sorta di rasserenante
contemplazione spirituale.
Ma questa sete di altro e di autentico, la
ricerca di nuove emozioni ci haguidati a scoprire gli ultimi, l'arte
povera dei pittori itineranti ottocenteschi
che, in cambio di cibo e alloggio, decoravano i piloni e i muri delle case
alpine con le mistà della fede cristiana. Opere
naif, dalla tecnica artigianale, rapida,
fatta di pigmenti e calce, ma ricca di
spontaneità, di freschezza, di immediatezza espressiva
esaltata dalla verità di quei muri di pietra.
Tra questi pittori
certamente emerge per la sua pennellata rapida, barocca, Giors
Boneto di Paesana della fine del 700,
la tradizione dei Gauteridi Busca, tra cui Giuseppe, autore del pilone costruito sul luogo delle
apparizioni di Valmala, e poiAgnesotti di Sampeyre, Pessina di Busca ,
Avventino Verra di Caraglio
e altri ancora.
Nelle raffigurazioni della Natività,
la Crocifissione, la Deposizione, la Risurrezione, l'Addolorata, Assunzione di Maria, la SS Trinità, volute dai committenti non solo
per il desiderio di decorare o di dare prestigio alla casa, ma per precisi
intenti religiosi, traspare la fede dell'artista e la vibrante supplica di chi cerca l'aiuto da Dio. Accanto al tema centrale appare,
connotato dal simbolo iconografico, il
santo, o meglio i santi protettori universalmente invocati dalla gente del
luogo in determinate circostanze: contro le epidemie, contro la grandine, contro
la guerra. Questi dipinti ingenui, ma vere opere d'arte, sono l'invocazione
della fede semplice, profonda e vera della religiosità popolare, quel
fenomeno che Gramsci
ha relegato nell'ambito del folklore, e che la cultura illuminista con
accezione dispregiativa,ha definito religione popolare in
opposizione a religione di èlite (G.De Rosa La
religione popolare Paoline p 35 ss)
Religiosità meglio definita dal Papa
Giovanni Paolo II in Messico 30.1.79:
La pietà popolare non è una forma inferiore di religiosità a volte è la vera
espressione dell'anima di un popolo toccato dalla grazia,l'incontro felice tra l'opera di evangelizzazione e la cultura locale
Ma accade che questa espressione artistica di religiosità, una vera Bibbia
dei più poveri, troppo facilmente venga associata, alle credenze popolari
arcaiche, le superstizioni, la magia
ancorata alle radici pagane e queste immagini che sarebbero simboli di sapore
panteista, creati dalla paura e dalla necessità.
Cosa inaccettabile e
mistificante perché se è vero che, in una inculturazione cristiana spesso scarsa e lacunosa la
superstizione ha certamente caratterizzato e segnato certi aspetti della dura
esistenza del montanaro dei secoli passati, non si può liquidare la religiosità
della gente alpina con queste motivazioni.
Perché la
religione è cosa radicalmente diversa dalla superstizione, dalla magia. Questa è fondata sulla credenza in forze occulte
impersonali, mentre la religione cristiana è fondata sulla fiducia nella realtà
di un Dio personale rivelatosi in Gesù Cristo.
Ed è questa fede,
come testimoniano coloro che l'hanno vissuta, la ragion d'essere di questeopere pittorichetradizionali. La Chiesa poi non ha mai
riprovato queste pitture, mentre ha costantemente perseguito le pratiche
magiche e superstiziose per estirparle e se ancheil parroco accettava di benedire chi si
sentiva ossessionato da forze maligne, non era certo per confermarne
l'esistenza, ma per restituire tranquillità all'individuo dal momento che il
negarle non avrebbe sortito alcun effetto.
Non si può in nome di nuove
spiritualità esoteriche, di nuovi risvegli paganeggianti New Age, di chi
cerca risposte al senso della vita al di fuori del
Vangelo, manipolare l'espressione artistica cristiana e la fede dei poveri.
Queste Madonne, i Crocifissi,
i santi sono un'espressione pittorica molto più vicina all'immediatezza della
pittura catacombale che non alle raffinatezze mitologiche.
Pittura che è preghiera
visualizzata che chiede ed invoca aiuto,
con la certezza della parola di Gesù: Chiedete ed
otterrete(Lc 11,9) Tutto ciò che domandate nella
preghiera abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato (Mc. 11,24)
Corriere di Saluzzo 13.02.04
BIBLIOGRAFIA
MASSIMO VIANO I dipinti
dell'anima Cumboscuro Gribaudo
2003
G.DE ROSA La religione
popolare Paoline 1981
PAUL POUPARD Sfide
culturali per la Chiesa Città Nuova Roma 1998
GIOVANNI PAOLO II alla
Chiesa che è in Messico Collana Magistero- Paoline 1979
Congregazione per il Culto
Divino Direttorio su Pietà Popolare e Liturgia Città del Vaticano 2002