APOCALISSE 2 La donna vestita di sole
Albrecht Durer, I Quattro Cavalieri dell'apocalisse, Norimberga 1497-98
Tra
le opere più note presenti nella mostra sull'apocalisse aperta ai Musei
Vaticani fino al 6 dicembre, vi sono le xilografie che Albrecht Durer, maestro
rinascimentale tedesco, ha realizzato in 15 fogli tra il 1497-98. Uno dei più
significativi di questi fogli è
I Quattro Cavalieri dell'apocalisse che
commenta a tutta pagina con grand'efficacia il capitolo 6 del libro: l'apertura
dei sigilli del rotolo che Giovanni vede nella mano destra di Colui che è
assiso sul trono e che solo l'agnello, il Cristo crocifisso e risorto, può
aprire. Durer nella sua opera incisiva, raffigura e sintetizza all'apertura dei
primi quattro sigilli l'irruente l'apparire dei quattro cavalieri evocati da un
misterioso imperativo: Vieni!. Sono rappresentati simultaneamente sul
palcoscenico della visione di Giovanni e sono espressione di tutte le
negatività della storia: un cavallo bianco e colui che lo cavalca ha un arco,
rappresenta tutti i tentativi presuntuosi, ma inefficaci di voler prendere il
posto di Cristo, i falsi Cristi. Accanto, il cavallo rosso del secondo sigillo, il cui cavaliere brandisce
la spada; è simbolo della guerra, assurda, ma inseparabile della storia umana.
Al terzo sigillo, appare un cavallo nero con la bilancia, rappresenta la fame,
l'ingiustizia sociale: l'uomo usa la libertà per fare il male ai poveri. Al
quarto sigillo appare un cavallo verdastro- scheletrico nell'opera di Durer -
lo cavalca la Morte, signora incontrastata della storia.
Su
questo sfondo si apre una vicenda e un dramma, all'apertura del quinto sigillo
ecco le anime dei martiri che reclamano giustizia da Dio: la persecuzione
ancora in atto sconcerta la Chiesa. Ai martiri, che devono attendere il
compimento del loro numero, è assegnata la veste bianca simbolo di vittoria e
di immersione nel divino. Segue l'apertura del quinto e del sesto sigillo, ed
ecco un violento terremoto ed uno sconvolgimento cosmico; le immagini
simboliche esprimono il misterioso riflesso che il peccato degli uomini ha
sulla creazione.Segue una grandiosa
scena di alta suggestione. Gli angeli trattengono i venti devastatori, mentre
un altro angelo reca un sigillo per segnare Beatus
di Lièbana,Commentario all'Apocalisse
(Biblioteca Nazionale di Parigi)
gli eletti col nome
dell'agnello e del Padre suo (cap.14) sono i 144.000, simbolico numero dei
santi di cui abbiamo già parlato. Dopo di che apparve una moltitudine
immensa che nessuno poteva contare, di ogni nazione razza popolo e lingua.
Tutti stavano in piedi davanti al trono e all'agnello, avvolti in candide vesti
e portavano palme nelle mani (7,9-10)
-
NATURA
SIMBOLICO-RAFFIGURATIVA dell'aPOCALISSE
l'apocalisse - come dice Giovanni Perini - è
un libro da guardare da divorare con gli occhi la sua natura
simbolico-raffigurativa trova il suo corrispondente nella reppresentazione
visiva più che nel commento con le parole (Parole di vita n.3/2000 p 32) La
lettura di questo passo, infatti, ci riporta alla mente il mosaico della
Basilica di S.Apollinare Nuovo a Ravenna,
la Processione dei Martiri che in bianche vesti, ritmati dalla palma, procedono
sul fondo aureo. E poi il Commentario all'Apocalisse
(Biblioteca Nazionale di Parigi) del Beatus di
Lièbana, con
la suggestiva pagina che presenta una
successione umana fortemente cromatica, ritmata dalle palme innalzate sotto la
festa gioiosa degli angeli intorno all'agnello. Chi sono? Chiede
Giovanni. Essi sono coloro che
sono passati attraverso la grande tribolazione - spiega un vegliardo - e hanno lavato le loro vesti nel sangue
dell'agnello (cioè nell'amore di Cristo)
non avranno più fame né sete e Dio tergerà ogni lacrima dai solo occhi. (7,9-17) Uno splendido canto di speranza per l'umanità credente, canto di
salvezza, di luce, di gioia senza fine nella liturgia celeste.
All'apertura
del settimo sigillo (cap.8) ha luogo un tempo di silenzio che però non ha nulla
dell'angosciante atmosfera del Settimo sigillo di I.Bergman; è il silenzio
della contemplazione dell'attesa fiduciosa del compimento dell'opera di Dio. Le
preghiere dei santi salgono a Dio come il fumo dell'incenso nel braciere
dell'angelo. (8,4)
-
I SETTE SQUILLI DI
TROMBA (Cap.8,9,10)
Ai capitoli 8,5 9 e10 l'apocalisse, nel suo
genere letterario, presenta sette squilli di tromba, cui seguono fenomeni
terrificanti, disastri ecologici che si abbattono sul cosmo, sulla natura e
sugli uomini. Un simbolo forte: il peccato non è senza conseguenze.
Inquinamento radioattivo, esplosioni atomiche, consumismo ingiusto, Aids,
tragedie giovanili, solitudine violenza, sono tanti segnali di avviso che il
nostro cattivo uso della libertà è distruttivo. E' l'autopunizione per l'uomo
che pretende di essere Dio.
-
IL SEGNO NEL CIELO:
UNA DONNA VESTITA DI SOLE
Nel cielo apparve poi un
segno grandioso: una donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sul
capo una corona di dodici stella. Era incinta e gridava per le doglie del
parto La
lettura tradizionale l'ha identificata con Maria, la donna già annunciata in
Gen. 1,15, l'immacolata Concezione proclamata in modo definitivo alla fede da Pio IX l'8 dicembre del 1854 con la Bolla "Ineffabilis
Deus", sulla base scritturistica di Lc 1,28 dove Maria è chiamata piena
di grazia. l'immacolata Concezione è una dottrina portata avanti dal movimento
Immacolata
Concezione - Giambattista Tiepolo, 1767- 69 (Museo del Prado di Madrid)
francescano e rappresentata,
dopo il Concilio di Trento, ripetutamente dagli artisti. La più nota tra queste
raffigurazioni è l'immacolata Concezione di Giambattista Tiepolo del 1767-
69 (Museo del Prado di Madrid). Maria circondata da dodici stelle,
raffigurata come nuova Eva vittoriosa sul serpente antico posto sotto i suoi
piedi, è preceduta dalla colomba che la simboleggia piena di grazia. Nel quadro, realizzato con l'ardita espressività
propria del Tiepolo, il movimento ascensionale della figura è suggerito dal
gonfiarsi del mantello come una vela al vento, mentre il plasticismo e il
colore si dissolvono nella luce e nello spazio illimitato.
Oggi
nel passo di Apocalisse 12 studiato in modo più approfondito dall'indagine
esegetico-teologica, si scopre un'identità più profonda. La donna che suggerisce
subito l'idea di sposa e di madre rimanda all'alleanza di Dio col suo popolo,
più volte espressa in termini di amore nuziale. E la donna-popolo rivestita
del sole, la luce di Dio l'avvolge. La donna ha intorno al suo capo una
corona di dodici stelle che evocano insieme e globalmente tutto il popolo di
Dio (12 tribù, 12 apostoli).Questa
donna è l'assemblea ecclesiale, Il figlio che partorisce è Cristo, che nasce
dalla Chiesa come aveva anche detto Paolo ai Galati: Figlioli miei che io partorisco nel dolore finche sia formato Cristo in
voi Gal (4,19).Un figlio insidiato dal
Maligno, infatti: Apparve un secondo segno, un drago enorme rosso, con
sette teste e dieci corna e sulle teste dieci diademi.. Il drago si mise
davanti alla donna che stava per partorire, per divorare il bambino appena nato
(Ap.12,3-4). Il drago è il serpente
antico, colui che è chiamato diavolo e satana (12,9) che agisce entrando
nella storia umana, insinuandosi nelle strutture della vita sociale, nei centri
di potere, ma che non tocca il Figlio subito portato verso Dio (12,5).
Guido Reni.l'arcangelo Michele
combatte il drago, Roma Chiesa dei Cappuccini 1635
Il drago, combattuto dall'arcangelo Michele, viene
vinto e precipitato sulla terra (12,7-9). La donna fugge nel deserto: la
Chiesafedele al suo Maestro soffre le
prove della persecuzione. La donna di
Ap.12 secondo alcuni autori, designerebbe Maria in quanto
madre del Messia
che, con i discepoli a Cafarnao (cfr. Gv 2,12) e nel Cenacolo il giorno di
Pentecoste è la prima realizzazione della Chiesa generatrice di Cristo nella
storia.
Così la suggeriscono antichi
affreschi absidali comeSanto Stefano di Busca, dove Maria, in adorazione
del Bimbo seduto sulle sue ginocchia con le insegne della Signoria divina, è
posta al centro del racconto del primo martire Stefano e rappresenta, appunto,
la Chiesa.
CORRIRE DI
SALUZZO 30 .11.07
BIBLIOGRAFIABIBLIOGRAFIA:
UGO VANNI l'apocalisse,
Dehoniane, Bologna 1991
UGO VANNI Il
simbolismo dell'apocalissein l'apocalisse.
Ermeneutica, esegesi, teologia, EDB, Bologna 1988
AA.VV. in Parole
di Vitail Libro dell'apocalisse Edizioni Messaggero, Padova2000
JESUS maggio
2000
LUOGHI
DELl'iNFINITO maggio 2000
GIANFRANCO RAVASI,
Apocalisse, Ed Piemme Casale Monferrato 1999