DIO, IL PADRE
La ricerca dell'assoluto nell'Arte
PER ESPRIMERE IL VOLTO DI DIO

L'uomo sperimenta nell'intimo la sete insaziabile di una realtà che lo trascende;
egli guardando il cielo "ingioiellato di stelle"(Heschel)
è preso dallo stupore, dalla meraviglia e scopre nelle profondità del suo
essere il senso dell'ineffabile; egli cerca inconsapevolmente una realtà che lo
trascenda, un volto che per il credente è il volto del Padre, Dio.
Questa ricerca è una costante del
cuore dell'uomo: "Ci hai fatti per te Signore e il nostro cuore è inquieto
finchè non riposa in te". La celebre
affermazione di S.Agostino nelle Confessioni, rappresenta questo anelito
dell'uomo per la Trascendenza, la ricerca dell'Assoluto che l'opera d'arte sin dalle origini, esprime.
Nelle varie
culture il senso religioso, la
raffigurazione delle potenze soprannaturali, sono
state realizzate con tratti antropomorfi propri, ma la la
rappresentazione dell'Assoluto, Dio, appare solo a partire dall'urbanizzazione.
" Infatti prima del sorgere delle
"città-stato" non troviamo, nelle culture primitive, la
raffigurazione dell'Essere Supremo: Dio celeste non era facile da
raffigurare" (A.Hultkrantz "La religione
nella preistoria" p.30 in Religioni nel mondo-E.P.)

Orante Arte sumera (III-IV millennio a.C)
Infatti
"Chi può vedere Dio?" dirà la Bibbia.
Dell'Assoluto, l'artista delle origini raffigura solo le attività e le facoltà, come ad es. la fecondità con le
notissime sono le "veneri steotipigie" del
Paleolitico.
Solo con l'organizzazione delle prime civiltà e l'affermarsi del politeismo appaiono le immagini delle
divinità.
La
religione ebraica difese sempre il suo granitico monoteismo con la proibizione delle immagini. "Non ti
farai immagine alcuna di quanto è lassù in cielo, nè
di quanto è quaggiù sulla terra"(Es,20,4). Anche gli ebrei, inclini
come tutti gli altri popoli circostanti all'idolatria, potevano essere indotti
ad "adorare l'opera delle proprie mani" (Sl.114,4).
Ad una simile proibizione si attengono i
mussulmani che si limitano ad esprimere
simbolicamente nello splendore del colore e del raffinato arabesco, la bellezza
di Dio "invisibile, onnipotente, misericordioso Creatore, Giudice di
tutti" (Corano)
Ma con il cristianesimo si compie una svolta determinante.
Il cristianesimo è l'evento Gesù Cristo. A Filippo che gli chiede di vedere il Padre, Gesù risponde: "Chi vede me
vede il Padre"(Gv.12,45-50) e "Io e il Padre siamo una cosa sola (Gv. 10,30). Gesù Cristo,
l'incarnazione del Figlio eternamente generato dal Padre, è "Dio con noi" (Mt
1,23) E nell'Apocalisse in visione a Giovanni (22,13) dirà: "Io sono
l'Alfa e l'Omega il primo e l'ultimo, Colui che
era che è, che viene
La prima arte cristiana nelle catacombe, resta ancora condizionata
dall'aniconismo delle origini ebraiche e si compie nell'uso del SIMBOLO. Questi
segni, incomprensibili per i non iniziati, sono nel
loro complesso, vibrante espressione della fede nel Figlio del Dio vivente
Risorto, il Signore glorioso.
Nel clima della Parusia
(il ritorno di Cristo) dopo la libertà costantiniana,
le basiliche si riempiono di mosaici dove l'oro sarà simbolo della presenza di
Dio "luce in cui non vi sono tenebre"(1 Gv.1,5). Lo
splendore dell'oro basta ad esprimere
Dio, che non viene mai raffigurato nella dimensione
antropomorfica di Padre, ma solo col
simbolo trinitario della mano che appare
sul fondo oro come vediamo nell'abside
di S.Apollinare in Classe a Ravenna.

Ravenna S.Apollinare in Classe Abside d'oro con la mano di Dio
In seguito
Dio verrà raffigurato, ma col volto di Cristo, il Kyrios.
L'affermazione
della reale Incarnazione del Verbo - superando le divergenze ariane ed iconoclaste dei primi 4 secoli - ha reso legittima l'immagine: poiché il
Verbo si è fatto uomo si è reso visibile in Cristo, si può raffigurare.
Ben presto
il Cristo "Pantocratore", il Kyrios "Signore del cielo e della terra", campeggia sulle absidi medioevali, mentre nelle
raffigurazioni della Creazione a Modena
e Venezia, il Padre Creatore ha il volto di Gesù.

MODENA Facciata del
Duomo- Wiligelmo - La Creazione dell'uomo sec XII
Occorre arrivare 1400 per trovare la rappresentazione del volto
del Padre, prima Persona della SS Trinità.
La svolta
culturale rinascimentale che segna il passaggio dalla concezione teocentrica a quella antropocentrica dell'Umanesimo, porta all'esaltazione
della bellezza e della figura dell'uomo. Forse il tentativo di raffigurare con
immagine umana "Ciò che non è possibile raffigurare" e che l'arte
bizantina esprimeva con la luce dell'oro, può aver dato luogo alla discussa
iconografia delle Tre distinte figure umane raffigurate con i propri attributi.
Notissima è l'immagine grandiosa e
possente del Padre Creatore di
Michelangelo della Cappella Sistina di Roma.

Roma - Cappella
Sistina
Michelangelo Il
Creatore -1508-12
"In
realtà - spiega G.Ravasi - l'origine dell' immagine di Dio Padre, vecchio canuto, è un preciso
rimando al simbolismo biblico, il celebre passo del libro apocalittico di
Daniele 7-9,13: Io continuavo a guardareun vegliardo si assise: La sua veste
era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la
lanaGuardando ancora nelle visioni notturne ecco apparire sulle nubi del cielo uno simile ad unfiglio d'uomo.
Giunse fino al Vegliardo e fu presentato a lui'.
Questa figura di vegliardo dai capelli come la lana
fu determinante nella raffigurazione del Padre dopo il 1200.
L'immagine descritta nel libro di
Daniele verrà ripresa nella visione di Giovanni
presentata dall'Apocalisse 1,14:
Vidi uno simile a figlio d'uomo i suoi capelli erano candidi come neve; il
Figlio dell'uomo , la figura trascendente escatologica che la tradizione
ebraica identificava con il Messia davidico e con cui Gesù
identificherà se stesso durante il processo al sinedrio (Mc
14,62). Un Figlio d'uomo che è il Primo e l'Ultimo, il Vivente, splendente
della luce del Padre.
I suoi capelli sono candidi come la neve. La
luce bianca è il simbolo che accompagna
sempre la rivelazione del divino.
Più che la
dimensione corporea, il simbolo è il miglior linguaggio per esprimere e in
qualche modo rappresentare, quell'Assoluto di cui
"ha fame e sete il nostro cuore"(Agostino), il "TU"
personale dialogante, il volto paterno di Dio nel quale gioisce il cuore
dell'uomo.
CORRIERE DI
SALUZZO 05 Novembre 1999
. BIBLIOGRAFIA
A.HULTKRANTZ "La religione nella preistoria" p.30 in Religioni nel mondo-E.P.)
G.F.RAVASI Un abbarccio che ci
avvolge - in Jesus
Gennaio 1999 P.84
R.
FARIOLI Elementi di iconografia cristiana Patron
Bologna
J.DANIéLOU
- I simboli Cristiani primitivi 1997 Arkeios
JAN VAN LAARHOVEN Storia dell'arte cristiana B.Mondadori, Milano1999 p 26