LA BIBBIA DI MARC CHAGALL
Il sogno di pace dell'umanità

La Bibbia
è la fonte cui hanno attinto, come in un alfabeto colorato, gli artisti di
tutti i tempi". L'affermazione di Marc Chagall - uno dei massimi artisti del nostro tempo -
esprime bene il posto che occupa
nell'arte la Bibbia, il Libro sacro dove Ebrei e Cristiani si riconoscono
fratelli. Quella Parola" che, si è
calata nelle forme storiche del tempo e
nel linguaggio di un uomo, il profeta, diventato strumento ispirato per trasmettere il messaggio di Dio agli uomini,
un messaggio che oggi, gli studi biblici e le ricerche archeologiche, ci
aiutano a comprendere meglio.

Venezia -S.Marco - Cupola della Creazione
E sono
stati gli artisti gli interpreti più noti e i più "letti" della Bibbia. Le immagini dipinte della Genesi
e dell'Esodo, la caduta dell'uomo, i Patriarchi che prefigurano il Salvatore,
raccontano in modo commovente la storia della salvezza; questo
storia che trova compimento, per
il cristiano, nella passione e risurrezione di Cristo, è stata raffigurata
dagli artisti di ogni epoca, nelle forme
del sentire didattico e liturgico del tempo.
Dai dipinti catacombali a quella del primo
millennio sino al 1200, l'Apocalisse col Cristo in gloria si contrappone alla
caduta dell'uomo. Pensiamo allo splendore del racconto biblico nei mosaici di
S.Marco a Venezia dove la Creazione è narrata come i riquadri di un
fumetto. Ricordiamo in provincia di
Cuneo le pitture altomedioevali di S.Salvatore Macra e quelle di S.Costanzo al Monte e, mentre nell'arte popolare del 1400
l'attenzione si sposta sull'umanità di Cristo, sulla testimonianza dei Santi e
di Maria e sul discorso escatologico (l'aldilà), si compiono i grandi cicli biblici della
Sistina con l'opera michelangiolesca della volta, il Soffitto Biblico della scuola grande di S.Rocco a Venezia e la Bibbia delle logge di Raffaello a
Roma.
L'arte
contemporanea trova in Marc Chagall uno dei maggiori interpreti della Bibbia: 17
grandi tele, 194 incisioni e guazzi che rappresentano scene della Genesi,
l'Esodo e il Cantico dei Cantici e poi
sculture mosaici arazzi, una sala per
concerti con grandi vetrate. E' il ciclo del Messaggio Biblico di Nizza che il pittore ebreo realizzò tra il
1935 e il 1956 con straordinaria ricchezza di fantasia e simbolismo, di colore
e di movimento.
Chagall nasce in
Russia a Vitebsk nel 1887, da una famiglia di
tradizione Hassidica il movimento mistico, che privilegia il rapporto diretto con Dio, la meraviglia
contemplativa per i benefici della vita terrena. Studiò a Pietroburgo
passando per Parigi e maturando uno stile che fonde gli elementi della la sua fantasia midrashica
con indirizzi dell'arte francese fauves e cubista.
Egli visse personalmente il dramma del suo popolo; profugo in America negli
anni del nazismo, tornò poi in Francia dove trascorse gli ultimi anni e
morì a St.Paul
de Vence nel 1985.

Solitudine 1933-34
Tel Aviv
I temi del
suo bagaglio SIMBOLICO, nascono dalla sua esperienza interiore, dal suo
fantasticare che unisce pittura e poesia, mentre l'allungarsi delle figure liberate dalla
gravità newtoniana e il rifiuto della prospettiva si
ricollegano alla tradizione bizantina delle icone russe .
Portò
sempre con sé una predisposizione aperta ai temi biblici in cui coglie
significati profondi e realizzò i dipinti del Messaggio Biblico non come
illustrazioni, ma come un ciclo musicale epoetico
Nel 1973 Chagall scriveva Fin dalla mia giovinezza sono stato
affascinato dalla Bibbia. Mi è sempre
sembrato e mi sembra ancora la più grande fonte di
poesia di tutti i tempi.
Nelle
opere esposte non c'è una successione cronologica, il Museo non impone un
percorso e nessun senso di lettura,
lascia che ogni opera diffonda la sua propria
atmosfera. Ogni quadro è organizzato
intorno all'incontro fra un uomo profeta, patriarca - e Dio e trasmette il
messaggio che sta alla base dell'opera di Chagall:
Ho voluto lasciare in questa casa i miei dipinti perché gli uomini vi possano
cercare e trovare una certa pace, una certa spiritualità, un senso della vita

La Creazione dell'uomo, la grande tela posta all'ingresso della grande sala, presenta
Adamo che, abbandonato nelle braccia dell'angelo, si contrappone alla
sfolgorante girandola della Creazione culminante nella grande figura del Cristo crocifisso. Il
tema del Crocifisso compare frequentemente nelle opere
di Chagall dopo il 1939, simbolo universale della sofferenza umana,
sua e del suo popolo e forse speranza di
riscatto dell'umanità.
L'Incontro
di Abramo con gli Angeli è immerso in un rosso che si incendia del
divino e rimanda iconograficamente alla Trinità di Rubliev;
la notte della Lotta di Giacobbe è rischiarata dalla luminosa apparizione
dell'angelo con la Menorah; l'incontro di Noè con una creatura celeste nell'arcobaleno, conclude l'alleanza tra l'uomo e il suo Dio.
Chagall è
affascinato da queste alte figure solitarie, investite del temibile onore di
accogliere il messaggio divino Se gli uomini volessero leggere con più attenzione
la parola dei profeti, potrebbero trovarvi le chiavi
della vita .
Le sue
opere sono create con una materia il più possibile
alleggerita per non inchiodare sul quadro le sue creatureil pittore dà
il tocco della vibrazione per inserire i
personaggi nell'atmosfera.
Scegliendo di costruire la sua opera a
piccoli tocchi, a schegge iridate, Chagall accorda una
materia luminosa e nebulosa a una spiritualità della
Rivelazione: Dio si nasconde in questa nuvola e si mostra come Luce. A questa
maniera effusiva il pittore dà una struttura rigorosa: linee diagonali portano
l'uomo verso il cielo e sostengono il suo incontro con l'angelo. Alla
diagonale, sono associati il cerchio e l'ellisse attivi
portatori di un senso di armonia tra l'uomo e Dio. (P.Provoyeur CHAGALL , 1983 Jaca
Book p.33)
Nel Cantico
dei Cantici che l'artista dedica A Vava, mia
moglie, mia gioia e mia allegrezza, esprime liricamente quell'amore sempre presente nelle
sue tele. Questo libro della Bibbia - unico nel suo genere - è il cantico
dell'Amore che si compie tra l'uomo e la donna, una realtà in cui abita il
mistero che apre ad un amore più grande,
in cui Dio si rivela.

Cantico dei Cantici C.III
L'immaginario biblico si incontra
con quello del pittore russo che immerge i due sposi in un fantasmagorico mondo
di cerbiatti, colombe, alberi in fiore, in un cromatismo rosa caldo e
luminoso che passa al rosso all'arancio
al bianco, dove schioccano nell'armonia dolcemente incandescente, i gialli, gli
azzurri, i viola. La scelta di uno stesso colore rientra nella tecnica musicale
del tema delle variazioni. Per Chagall la musica è
indissociabile dalla pittura.
La metafora dell'alleanza tra il
Signore e il suo popolo è sempre presente nell'affollarsi festoso di gente,
città appena accennate immerse tra i colli e distese sulle rive dei mari. Ogni
tanto spunta un richiamo preciso, come il trono di Salomone, il re Davide, il
candelabro a 7 bracci, ma su tutto
dominano le figure della sposa e dello sposo, sempre sospese tra angeli in una
gaia atmosfera di colori e di luci.
L'unione
della sposa (sempre in un lungo e aereo abito bianco) e dello sposo,
è raffigurata da Chagall nel volo fantastico di un cavallo nel cielo
rosso: Ho trovato l'amato dell'anima mia e non lo lascerò più. (Ct 3,4)
Le opere
del Messaggio Biblico, raccolte da Andrè Malraux nel 1969 nel moderno museo di Nizza, sono
state donate dall'artista alla Francia con questa dedica: Ho voluto dipingere il
sogno di pace dell'umanitàForse in questa casa verranno giovani e meno giovani a cercare un ideale di fraternità e
d'amore come i miei colori l'hanno sognato. Forse non ci saranno più nemicie
tutti, qualunque sia la loro religione,
potranno venire qui e parlare di questo sogno, lontano dalla malvagità e dalla violenza.
Sarà possibile questo? Credo di si, tutto è possibile
se si comincia dall'amore. (M.Chagall
- Prefazione al catalogo del Museo)
CORRIERE DI SALUZZO SETTEMBRE 2002